di Rocco Cattaneo*
Lo scorso 19 maggio il popolo svizzero ha approvato la Riforma fiscale e del finanziamento dell’AVS (RFFA) con ben il 66.38% dei voti. Grazie a questa riforma, la competitività della piazza economica elvetica nel confronto internazionale verrà rinforzata. Al contempo ora ci si deve attivare anche a livello cantonale.
Alcuni Cantoni hanno già fatto il loro dovere riducendo l’imposizione dell’utile per le aziende. Essi dovranno dunque pianificare in autonomia la propria politica fiscale per essere concorrenziali nel confronto intercantonale. Date queste premesse e visto che il Ticino per quanto riguarda la fiscalità delle azienda è tra i peggiori Cantoni (terz’ultimo), il lavoro da compiere è ancora molto.
Quello che ci si aspetta ora dal nostro Cantone è una chiara strategia fiscale per le aziende che comprenda però dei passi concreti e immediati da fare. Una vera politica fiscale vantaggiosa e concorrenziale a beneficio di tutte le imprese operanti sul nostro territorio. In questa strategia occorre mettere in discussione, oltre all’imposizione dell’utile, pure altri aspetti come l’imposta di bollo, l’introduzione di un moltiplicatore differenziato (persone fisiche/giuridiche) per i Comuni e in generale ridurre al minimo la burocrazia.
Il mondo delle PMI aspetta da tempo un vero e proprio segnale di partenza in questo senso. Come accennato dal Consigliere di Stato Christian Vitta in una recente intervista, non potremo mai essere tra i primi della classifica. E penso che su questo siamo d’accordo. Ma resta comunque imperativo cercare di abbandonare le ultime posizioni e agire affinché anche PMI e aziende famigliari possano avere finalmente condizioni nella media federale. E ambire a un giogo fiscale che li incoraggi a fare ulteriori investimenti.
Queste imprese, come dico spesso, sono il motore della nostra economia. Sono aziende ancorate al territorio, che perdurano di generazione in generazione, che creano posti di lavoro, realizzano progetti, posti di apprendistato e generano entrate fiscali. Come a
livello svizzero, anche in Ticino abbiamo un numero molto alto di PMI: il 99.8% di tutte le imprese sul territorio, che rappresentano l’82.5% dei posti di lavoro.
In conclusione, il nostro Governo deve ora agire con tempismo prima che sia troppo tardi: la situazione è preoccupante. Alcune aziende sono già sul punto di partenza se non succede nulla. E aggiungo e ripeto: quando parliamo di fiscalità non dobbiamo solo pensare al “quanto”, ma anche al “come”. Ovvero una politica fiscale, oltre che vantaggiosa e concorrenziale, meno burocratica, più agile e che prenda in considerazione anche i Comuni, ad esempio con il moltiplicatore differenziato. Uno stimolo determinante allo sviluppo economico passa anche dalla fiscalità aziendale. È ora di agire per le nostre PMI!
*Consigliere Nazionale PLR