STRESA – Emergono nuovi dettagli sul caso di violenza carnale avvenuto nelle scorse settimane su una spiaggia pubblica di Stresa (LEGGI QUI). La vittima ha raccontato di essere stata violentata dagli amici con i quali aveva trascorso il sabato sera a bere e ballare nei locali della cittadina lacustre, che si trova tra Arona e Verbania, sul versante piemontese del Verbano. Poi, quei momenti di sballo e di allegria sarebbero sfociati all’improvviso in una violenza sessuale di gruppo.
Lo stupro sarebbe avvenuto sulla spiaggia del lido, in corso Umberto I, proprio davanti ai più grandi hotel simbolo della città che, in questa stagione, ospitano i turisti per le vacanze estive. La vittima, una ventenne, e i suoi quattro amici che si trovavano con lei, tra cui una ragazza, avevano scelto quella spiaggia di pietre e di sabbia per terminare la serata. Volevano forse riprendersi dall’alcol e forse dagli effetti di qualche sostanza stupefacente, aspettando l’alba tutti insieme. Poi però quel gruppo di giovani, che hanno tra i 19 e i 25 anni e vivono a Stresa, ma, come la vittima, sono di origini sudamericane, si sarebbero avventati sulla ragazza. Secondo la ricostruzione della giovane c’era chi la teneva a ferma a terra, chi le bloccava i polsi, e a turno, chi ne abusava. Violenze ripetute più volte. Con i tre ragazzi c’era anche un’amica della ventenne, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, che vogliono capire se e in che modo abbia partecipato allo stupro. Per ora risulta iscritta anche lei, insieme ai tre giovani, nel registro degli indagati. L’accusa è quella di violenza sessuale in concorso tra più persone. I carabinieri di Stresa, che indagano sul caso, nei giorni scorsi, dopo una settimana di silenzio e di accertamenti condotti sotto traccia, hanno interrogato i presunti autori.
All’inizio i ricordi della giovane erano annebbiati e confusi, perché quella sera aveva bevuto parecchio e non ricordava esattamente cosa le fosse accaduto. Sentiva solo male al basso ventre ma non era stata in grado di dare delle spiegazioni a quel dolore. Poi, ora dopo ora, i ricordi sono riaffiorati e lei si è fatta coraggio il timore di non essere creduta. Così, il lunedì successivo ha deciso di denunciare i fatti ai carabinieri di Stresa, raccontando di essere stata violentata ripetutamente, facendo nomi e cognomi.
Gli accertamenti medici, nonostante le 48 ore trascorse dal presunto abuso, hanno accertato che le lesioni subite dalla giovane erano compatibili con una violenza sessuale. A Stresa la comunità di immigrati dall’America Latina è molto radicata, ma nessuno sembra aver visto o sentito nulla quella notte. “Come amministrazione rispettiamo la richiesta di silenzio arrivata dalla Procura per permette di poter portare avanti le indagini — ha detto la sindaca Marcella Severino —. Attendiamo che venga fatta chiarezza su quanto successo”.