ROMA – Mentre - in attesa di sbarcare in libreria sotto forma cartacea - il suo libro in PDF “Il mondo al contrario” spopola al ritmo di 10'000 copie vendute al giorno, per un incasso lordo che in poche settimane ha sfiorato il milione di euro, il generale Roberto Vannacci si conferma come il fenomeno editorial-politico dell’estate italiana. E di sicuro non recede dalle posizioni che lo hanno reso uno dei personaggi più odiati e più amati d’Italia. Mentre Maurizio Crozza gli ha dedicato una delle sue esilaranti imitazioni, l’ex comandante della Folgore si è lanciato in uno show alla Zanzara, su Radio 24, emittente della Confindustria, intervistato da Giuseppe Cruciani, che sarà tra gli ospiti di Endorfine a Lugano.
“Se tocchi il mondo Lgbtq vieni messo al muro, fucilato e definito omofobo. L’obiettivo è farmi passare come un malato mentale, come il mostro di Firenze – ha detto -. Perché l’omosessualità deve entrare nelle case ad ogni ora del giorno e della notte? Basta aprire la televisione, su qualsiasi canale troviamo rappresentati questi omosessuali. C’è una strategia precisa… Ma sono una minoranza”.
E ancora: “Ho il diritto di essere sconcertato se vedo due gay baciarsi per strada, non mi piace l’ostentazione nemmeno degli etero. Io sono favorevole alle unioni gay, sposerei anche gli omosessuali perché lo prevede la legge. Ma perché dobbiamo dare uno spazio eccessivo, sovrarappresentare questo mondo se è una parte risicata della società? Perché questa realtà che c’è ed è giusto che ci sia ci deve entrare nelle case ad ogni ora del giorno e della notte? Basta aprire la televisione, su qualsiasi canale troviamo rappresentati questi omosessuali. E c’è un motivo, c’è uno scritto degli anni novanta che traccia la strategia della comunità LGBT… inondare il mondo di immagini gay in modo che tutti li prendano come normali e questo influenza tutti, perché la televisione modifica il comportamento delle persone. E quindi questa cosa non mi sta più bene. Io vorrei mantenere la mia libertà come voi omosessuali avete la possibilità di sposarvi e baciarvi. Io voglio essere libero di rimanere basito e sconcertato, se posso evitare i baci per strada li evito, non mi piacciono neanche quelli eterosessuali, se troppo ostentati. Gay nell’esercito? Ce ne sono come in tutte le parti della società, e nessuno di sente discriminato”.
Il generale Vannacci ha aggiunto di non sopportare i nomi al femminile: “Il termine soldatessa non lo uso mai. Penso sia quasi ridicolo. Se fossi donna vorrei essere apprezzata per le mie capacità non perché mi riservano un posto in virtù di una quota rosa che ha stabilito qualcuno. La schwa? È uno stupro della lingua”.
E a proposito del clamoroso successo del Mondo al contrario ha affermato: “Le critiche hanno fatto la fortuna del libro, mi hanno fatto un marketing eccezionale. Ho fatto un manoscritto che molti hanno giudicato un libello scritto da uno sgrammaticato analfabeta, è stato posto ai raggi X da parte di un linguista di fama nazionale, ma me ne frego. Che tra l’altro è un’espressione a me molto cara, perché il mio reparto ha nella tradizione questa frase che deriva dalla prima guerra mondiale e non ha nulla a che fare col ventennio (…). Il fascismo è un periodo terminato 80 anni fa. È anacronistico tornare a parlare di fascismo. Mussolini ha fatto cose buone? Lo lascio dire agli storici, è un periodo storico e come tutto avrà luci e ombre. Il ventennio, probabilmente, ha avuto più ombre che luci”.
Nessun pentimento, nessun cedimento: “Riscriverei tutto (…). Mi hanno contattato diverse case editrici italiane, anche famose. Ma come sapete mi editerà Il Cerchio e ho rifiutato le altre perché sono stati i primi a contattarmi, io ho una sola parola. Mi hanno cercato anche case editrici straniere e presto “Il mondo al contrario” sarà venduto in moltissimi paesi europei”.
E per quanto riguarda le accuse di razzismo che gli sono piovute addosso a causa di alcuni passaggi del suo libro il generale ha detto: “Nella generalità di casi chi ha la pelle scura non viene identificato come italiano. Il razzismo non c’entra niente”.
Di Putin pensa sia un autocrate, “ma ci sono tratti della società russa che possono essere visti come positivi. A Mosca c’è un grande senso di sicurezza, è ordinatissima e pulitissima”.
Infine, il Vannacci-pensiero sull’ambientalismo estremo: “Ultima Generazione e i blocchi stradali? È un reato, un danno alla collettività. C’è troppa tolleranza, non si possono tollerare i monumenti imbrattati, le proprie idee si possono esprimere nel perimetro della legge. Vorrei pene più severe e che facciano pensare a chi voglia rifarlo che non è conveniente”.