Di Vittorio Feltri (estratto da Il Giornale)
Non mi permetto di ficcare il naso negli affari privatissimi di una coppia, quantunque entrambi i componenti siano personaggi pubblici, in quanto quello che accade in un ambito così intimo riguarda solo e unicamente i diretti protagonisti e soltanto questi possono sapere come stanno davvero le cose.
Ho difeso Giambruno, è vero, e lo farei ancora, perché nella sua condotta non ho ravvisato nulla di scandaloso, eppure sembra che egli abbia compiuto chissà quale crimine a sfondo sessuale, che sia stato sorpreso a letto con un'altra, che abbia stuprato una donna. È questo ciò che veramente dovrebbe disgustarci: la capacità di fare in un momento di un essere umano una sorta di bestia, condannandolo senza possibilità di appello, anzi senza processo e per direttissima. Ho visto che sono stati diffusi altri video in cui Andrea si è lasciato andare a frasi magari poco eleganti, ma ancora una volta non mi posso dire sconcertato.
Mi sconcerta piuttosto che Mediaset stia valutando di punire, forse mediante il licenziamento, il suo giornalista, quando per fuori onda di questo tipo o molto simili, diffusi in passato, nessuno è mai stato stroncato e lasciato a casa. Trovo la punizione eccessiva, sproporzionata, anzi trovo che sia esagerato proprio il semplice valutare una punizione per qualche battutaccia, per quanto di pessimo gusto e infelice. Questo signore è stato appena mollato con un post dalla compagna nonché madre di sua figlia. Da giorni subisce insulti, attacchi, aggressioni.
Nessuno che lo difenda. Con il mostro di Firenze o con i terroristi dell'Isis siamo stati più gentili, più umani, più clementi. Mi rifiuto di partecipare a questo coro di accusatori, che non sono meno marci di Giambruno ma soltanto più ipocriti.
Per quanto riguarda Meloni, reputo la sua reazione fortemente emotiva e me ne stupisco, dato che Giorgia ha sempre un lodevole controllo su se stessa. È evidente che certe cose l'abbiano ferita e di questo mi dispiace poiché le voglio bene e la stimo in modo speciale.
La capisco, ella è una donna orgogliosa, che ha faticato per la sua reputazione, per conquistare il rispetto e la fiducia degli italiani, per costruirsi, per arrivare dove è arrivata con le sue forze e la sua tenacia. È probabile che si sia sentita umiliata, offesa, tradita in un certo senso dalle parole usate dal compagno. In questo caso, restare in silenzio sarebbe forse stata la scelta più giusta.