TRIBUNA LIBERA
Galeazzi, l'amministrazione pubblica e la rana di Esopo. "Serve una riflessione, presto"
Secondo il granconsigliere e Municipale di Lugano, le spese per gli impiegati pubblici costano davvero troppo, 1'150 milioni di franchi. "Si potrebbe pensare a spostamenti interni, ripartendo le risorse internamente, quando qualcuno va via"

di Tiziano Galeazzi*

In Ticino, dove le montagne si specchiano nei laghi sereni, si sta profilando un'ombra preoccupante sui 352.000 cittadine e cittadini, nel panorama amministrativo: l'aumento costante dei costi per gli impiegati pubblici, ora a quota 1’150 milioni di franchi ca. Questa situazione ricorda stranamente la famosa favola di Esopo, "La rana e il bue". In questa favola, una rana, vedendo passare un bue, inizia a gonfiarsi nel vano tentativo di eguagliarne le dimensioni. Ogni sforzo, tuttavia, si conclude in modo tragico per la rana.

Analogamente, nel contesto ticinese, osserviamo come i costi per mantenere l'apparato pubblico stiano tentando di "gonfiarsi", cercando di adeguarsi a standard forse irraggiungibili o inappropriati per la realtà locale. Il paragone diventa evidente quando consideriamo le recenti richieste salariali e le crescenti esigenze in termini di benefit e condizioni di lavoro. Questi "gonfiori" finanziari, se non gestiti con saggezza e prudenza, potrebbero portare a conseguenze indesiderate, proprio come nella favola.

Inoltre, il dilemma non si limita solo agli aspetti economici. C'è anche una dimensione morale, che rispecchia il messaggio della favola: l'importanza della misura e dell'accettazione delle proprie reali capacità e limiti. In questa luce, diventa cruciale per il Governo decidere, ponderando attentamente ogni passo, bilanciando le esigenze del presente con la sostenibilità futura.

In conclusione, la situazione in Ticino può essere vista come un monito moderno, un promemoria che, proprio come nella favola di Esopo, è importante rimanere ancorati alla realtà e agire con consapevolezza delle proprie capacità e limiti anche finanziari. Solo così si può evitare il destino della rana, assicurando un futuro stabile e prospero per il cantone e i suoi abitanti.

Che fare quindi? Si potrebbe pensare a spostamenti interni all’enorme ingranaggio dell’amministrazione cantonale laddove una partenza per il pensionamento o  per un altro posto di lavoro privato, se non per estrema necessità, (specializzazione introvabile)  non venga più sostituito ma ripartito all’interno dell’ufficio o rafforzato da altre forze lavorative sempre all’interno dell’amministrazione.

Cosi anche per i troppi mandati esterni, molto più costosi, che siano assolti possibilmente dall’interno, formando il dovuto personale.

Questa voce di bilancio miliardaria viene a fatica coperta da tutte le entrate fiscali pagate dalle persone fisiche, 170’000 contribuenti circa. Una riflessione va fatta e molto presto.

*granconsigliere e Municipale di Lugano, UDC

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