Per la giornalista, "prima crea il mostro poi sente il bisogno di giustificarsi". E Dagospia: "La prima a intervistare Lacerenza è stata lei"
MILANO – Ennesimo round nel grande circo mediatico italiano: questa volta – o ancora una volta - sul “ring” Selvaggia Lucarelli e Giuseppe Cruciani, con al centro della contesa il caso Davide Lacerenza, recentemente finito agli arresti domiciliari. Il tutto parte da un articolo de “Il Fatto Quotidiano” a firma di Lucarelli, che attacca Cruciani di aver – tramite la sua trasmissione La Zanzara – "contribuito a costruire il mito di certe figure borderline, tra eccessi, droga e personaggi da notti brave milanesi. Prima contribuisce a creare questi mostri o alimentarne il mito, poi, quando quei mostri finiscono arrestati o si rendono protagonisti di episodi più orridi del solito, sente l’impellente bisogno di giustificarsi”.
Ovviamente, la replica non si è fatta attendere e arriva tramite una mail inviata da Cruciani a Dagospia. “La Zanzara – scrive – è una trasmissione radiofonica, mica la commissione d’inchiesta sulle stragi. Chiamiamo chi fa parlare, discutere e fare ascolti. Lo fanno tutti, ma nessuno lo dice”. Poi rincara la dose: "Se l’accusa è quella di fare spettacolo con questi personaggi e di copiare il format di Barbara D’Urso, ebbene ne sono orgoglioso, per me è una medaglia". Lucarelli, però, insiste: “Cruciani sapeva tutto, ma preferiva chiudere un occhio in nome del sacro share. E ora, dopo l’arresto di Lacerenza, si metterebbe persino a chiamare testimoni e escort per ricostruire i fatti”.
Nel botta e risposta tra i due, spunta Dagospia: “Ritornando al canone Cruciani, occorre però ricordare a Selvaggia Lucarelli che lo sciroccato della "Gintoneria" (Lacerenza, ndr) debutta sulla ribalta dell’informazione proprio grazie a un suo bombastico articolo del 2020 pubblicato sulle pagine di T.P.I. (dal titolo “nel suo locale droga, risse e assembramenti. Intervista a Davide Lacerenza, “un modello da seguire”); mentre la prima ospitata del malvissuto a "La Zanzara" arriva due anni dopo, nel 2023”.