*Di Simone Cattaneo e Filippo Zanetti
Qualcuno si ricorda della campagna promossa dalla Lega e dal Mattino della domenica, nell’ormai lontano 2011, contro la presenza dei radar in Ticino, offrendo addirittura una “taglia” per la loro “eliminazione”?
Quella campagna stampa e politica portò bene al partito di Via Monte Boglia, tanto che nell’aprile 2011 raddoppiarono la loro presenza in governo, con l’entrata nell’esecutivo cantonale di Norman Gobbi che andò ad affiancare il già presente Marco Borradori (che nel 2013 diventando sindaco a Lugano lascerà il governo cantonale). I ministri della Lega si rifiutarono di gestire il dipartimento delle finanze (perché introdurre nuovi “balzelli” e far quadrare i conti del Cantone non porta molta simpatia e dunque voti), quindi Gobbi approdò al dipartimento delle istituzioni, che fino ad allora era stato gestito dal PPD con Luigi Pedrazzini e, come tutti sanno, questo dipartimento ha in mano la gestione della polizia, dunque dei radar.
C’era da immaginarsi, vista la campagna contro i rilevatori di velocità fatta dalla Lega, un’importante riduzione dei controlli nel nostro Cantone. E invece in Ticino col leghista Gobbi i radar sono spuntati come funghi, tanto da far passare l’ex Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini come un “lassista” nella lotta contro gli eccessi di velocità. Oggi, stando alle cifre ufficiali, l’incremento delle entrate dovute alle multe dei controlli di velocità è notevole, tanto da essere messo a bilancio nei preventivi del Cantone. Insomma, dalla “taglia sui radar” i ministri leghisti sono passati ad essere degli abili governanti che sanno fare cassa sulle disattenzioni degli automobilisti.
Ed è facile spremere i conducenti come limoni, visto che nel nostro Cantone ormai si assiste a limiti di velocità in autostrada anche a 60 km/h - quando ci sono cantieri - e le zone a 30 km/h si espandono in maniera esponenziale su tutto il territorio. I controlli di velocità, per svolgere al meglio il loro compito, dovrebbero essere situati in punti critici ma, scelti con tutt’altro criterio. Troppo spesso i punti strategici dei radar non coincidono, almeno per la percezione degli utenti della strada, con i punti “caldi” per la prevenzione e sicurezza stradale. Ben altro discorso è posizionarli, ad esempio, nelle zone adiacenti alle scuole, magari negli orari dove gli alunni si apprestano a compiere il tragitto casa-scuola o viceversa. Come anche nei pressi di parchi giochi, dove correre a recuperare un pallone aldilà d’una strada può diventare estremamente pericoloso.
Siamo sicuri che anche in queste zone il buon Gobbi potrebbe garantirsi delle buone entrate con le multe ma, garantendo in concreto, e non in astratto, la prevenzione e la sicurezza stradale.
Ci tengo a sottolineare che chi vi scrive non vuole assolutamente abolire i controlli di velocità ma, gradirebbe semplicemente che essi venissero adoperati per lo scopo per il quale sono stati ideati: aumentare le entrate dello Stato, ah no pardon, garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
*Candidati al Gran Consiglio per il Partito Socialista