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05.06.2018 - 22:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Giornale del Popolo, il veleno in coda. "C'erano un'agenzia disposta a raccogliere pubblicità, ed anche imprenditori pronti a subentrare. Ma la Curia non ha preso in considerazione nulla di tutto ciò"
La direzione del quotidiano, che oggi è ufficialmente fallito, contesta le affermazioni della Curia secondo cui il crollo di Publicitas avrebbe reso impossibile far fronte ai costi. "Non si tiene conto degli abbonati e di chi si è mosso con donazioni per aiutarci"
LUGANO – Oltre al dispiacere, la rabbia e l’amarezza. Ci sarebbe stata un’agenzia pronta a raccogliere pubblicità per il Giornale del Popolo, ci sarebbe stato un possibile piano di rilancio. Ma la Curia non ha preso in considerazione nulla, almeno stando a quanto afferma la direzione in una nota.
"A titolo di esempio lasciar intendere che il fallimento di Publicitas comprometterebbe il 40% dei ricavi societari annui del giornale è inesatto: in primo luogo si dimenticano le entrate garantite dai nostri abbonati, inoltre da inizio maggio la direzione aveva individuato una nuova agenzia che avrebbe continuato a raccogliere pubblicità per la testata, ma la cui offerta non è stata presa in considerazione".
Non è finita. "Si parla poi di crescenti difficoltà finanziarie: ci si permette però di osservare che l’appello lanciato tre settimane fa dal giornale ha avuto pieno successo . Oltre a migliaia di abbonati e sostenitori del GdP, che hanno dato piccole e preziose donazioni, si sono fatti avanti diversi imprenditori del canton Ticino, convinti che la mancanza di un quotidiano cattolico nella Svizzera Italiana (fra l’altro l’unico rimasto in tutta la Svizzera) sia una grave perdita. Sottoposto loro un business plan per ripartire, si è riusciti in brevissimo tempo a raccogliere i finanziamenti necessari per metterlo in opera". Se così fosse, sarebbe inspiegabile come mai non sia stata data almeno una possibilità, invece “questo progetto non è stato preso in considerazione dall’editore..."
Ed il sipario cala.