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07.12.2018 - 14:580

La nuova sfida di Radio Ticino. "Noi, una radio locale che racconta il Ticino coi giovani ticinesi"

Il direttore artistico Matteo Vanetti: "ora abbiamo frequenze anche nel Mendrisiotto, ogni nostro programma è curato e valorizzato, non puntiamo su uno solo. Siamo in onda da mattina presto a notte fonda"

LOCARNO – Togliere il… Fiume per una nuova epoca. Radio Fiume Ticino diventa Radio Ticino e da pochissimi trasmette su tutto il territorio cantonale. Un cambiamento sicuramente importante, una nuova sfida di crescita per il dinamico team della radio, che negli scorsi giorni ha fatto vincere a un ascoltatore 1’052 franchi grazie a 1'000 gratta e vinci. 

Ne abbiamo parlato col direttore artistico Matteo Vanetti.

Una nuova vita per Radio Ticino, il primo passo è il cambio del nome. Come mai?
“Siamo nati come Radio Ticino nel 1997, poi abbiamo dovuto rimodellare il nome in partenza per una causa che ci era stata intentata. In effetti, potevamo trasmettere solo nel Sopraceneri. Nell’arco del tempo abbiamo aperto altri trasmettitori, nel Luganese, poi abbiamo attivato il dab che prende su tutto il Ticino e quest’anno abbiamo attivato una frequenza per San Bernardino, una per Airolo e proprio in questi giorni anche la 97,2 che va a coprire Mendrisio e Chiasso. Una bella fetta del territorio che ci mancava, ora siamo su tutto il Ticino. Fiume era di troppo, dato che si riferiva al Sopraceneri mentre ora siamo la radio privata che ha a disposizione più ripetitori in giro per il Ticino, ben nove. Ci è parso giusto dunque dopo 22 anni fare questo cambio, sia di nome che di logo, evidentemente”.

Questa espansione, in particolare a sud, cosa vuol dire per voi?
“La possibilità di giocare ad armi pari, fino a due settimane fa ci mancava una grande fetta di pubblico, ovvero quella di Mendrisio e Chiasso. E soprattutto quella di coprire tutto il Ticino!”.

Cambierete il modo di fare radio?
“Siamo una radio locale, di Locarno ma che già da anni non vuole essere solo dei locarnesi e gira il Ticino, penso alle volte in cui abbiamo trasmesso dal Mendrisiotto anche se non avevamo le frequenze. Non siamo da relegare al Locarnese, non vogliamo d’altro canto fare la radio internazionale: siamo locali, ticinesi, raccontiamo il Ticino, tutto il Ticino”.

Adesso ve la giocate a armi pari, diceva. Cosa fare di diverso rispetto ad altre, cosa vi contraddistingue?
“Il progetto di Radio Ticino è di curare un palinsesto completo dalla A alla Z, non puntiamo su un programma o su solo dei conduttori. Vogliamo che ogni programma abbia un senso e sia valorizzato allo stesso modo, investiamo le nostre forze per far sì che la radio sia ascoltabile tutto il giorno. Siamo i primi, infatti, a trasmettere dalle 5.30, sino a notte inoltrata. Ogni trasmissione è curato sempre più, interagendo con la redazione e con la gente sul territorio. Stiamo coinvolgendo i giovani locali, negli anni scorsi era difficile trovare giovani ticinesi che volessero parlare alla radio, adesso è più semplice e vogliamo coltivarli, facendo fare loro da spalla ad altri conduttori o dando loro piccoli programmi, per farne gli speaker del futuro. È fondamentale formare voci ticinesi. Per formarli serve investire tempo e forze”.

Dunque state trovando abbastanza facilmente giovani che si mettono in gioco?
“Inizialmente no, ultimamente stiamo raddrizzando le antenne e andiamo anche a cercare chi fa spettacolo, per esempio. A teatro, per fare un esempio, oppure su Youtube, o giovani che sanno scrivere libri o hanno pagine Internet seguite. Chiaro, non sanno fare radio, ma dando loro dei paletti, dicendo come fare, l’obiettivo è farli diventare degli speaker. Per fare un nome, abbiamo in onda Shanty, la youtuber più conosciuta in Ticino con circa 300mila seguaci. Lei è abituata a parlare davanti alla telecamera, adesso lo fa al microfono. Sì, possiamo essere un laboratorio”.

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