COMANO – Qualche giorno fa, i rappresentanti dei partiti che correranno alle prossime elezioni si sono recati alla sede della RSI per discutere le regole da tenere durante i dibattiti che caratterizzeranno la campagna elettorale sulla tv pubblica.
Ne abbiamo approfittato per parlare col Responsabile del Dipartimento Informazione della RSI, Reto Ceschi, di che tipo di dibattiti si attende (la politica è spesso urlata, ma non sempre questa modalità piace), e quale influenza a suo avviso la presenza dei candidati in studio potrà avere sui risultati, nell’era dei social.
Quali sono le principali norme che metterete per far sì che i dibattiti siano di buona qualità e caratterizzati dal rispetto, visto che spesso in politica i toni si alzano?
“I dibattiti di buona qualità li fanno i partecipanti e i conduttori e le conduttrici che fissano il perimetro e i modi della discussione. Le regole sono chiare, non solo in campagna elettorale: rispetto e buona educazione, pari dignità fra tutti i partecipanti, interventi sul tema in discussione e non sui “massimi sistemi”.
Avete trovato i politici disponibili a seguire le vostre regole? Avvertono anche loro il bisogno di dibattere senza attaccarsi e senza appunto certi toni alti che non a tutti piacciono?
“Noi fissiamo le regole. A parole, nessun politico sostiene che queste regole siano inadatte o addirittura sbagliate. Tutti, credo, hanno interesse a che il dibattito sia chiaro. Tutti vogliono poter esprimere le proprie idee”.
Quanto sono ancora importanti i dibattiti televisivi in campagne elettorali come quella verso le elezioni del prossimo aprile, contando i mezzi ora a disposizione dei partiti e dei politici?
“I dibattiti in TV sono solo uno degli strumenti a disposizione dei politici in campagna elettorale. Credo che siano ancora in grado di spostare un po’ di voti, dentro le liste di sicuro, fra una lista e l’altra magari un po’ meno. L’opinione pubblica comunque non aspetta la campagna elettorale per formarsi un’opinione. E, soprattutto, chi non va a votare non guarda i dibattiti TV per confermare o smentire una scelta che ha già fatto: quella di restare a casa”.
Per contro, la gente crede abbia voglia di politica, spiegata in modo chiaro e non urlata (visto che in molti hanno specificato di non aver capito per esempio che cosa comportasse il voto sull'audoterminazione)?
“La politica “urlata” non piace. Questo è certo. La si guarda, magari altrove, la si critica ma non la di vorrebbe qui da noi. La politica discussa con passione invece sì, piace. Da un programma TV, ad esempio da un dibattito, si attendono chiarezza, impegno e passione da parte dei presenti. E preparazione da parte dei conduttori e delle conduttrici”.