Cronaca
24.01.2017 - 21:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Aureli, «lavoratori unitevi, ma non sui social. I frontalieri sono l'anello debole della catena»
Il sindacalista d UNIA è vicepresidente del rinato Consiglio sindacale interregionale. «Se si usasse lo stesso astio che vedo nelle parole venisse usato per difendere i propri diritti...»
BELLINZONA - Uniti per difendere i diritti dei lavoratori. È tornato a vivere, dopo sette anni, il CSIR (Consiglio sindacale interregionale) delle regioni Lombardia, Piemonte e Canton Ticino, che comprende sindacati confederali italiani di Lombardia e Piemonte e i sindacati ticinesi. Per UNIA, Sergio Aureli, che già si occupa di frontalierato, è vicepresidente del secondo organo sindacale più grande d'Europa, e ce ne parla, lanciando un appello a tutti i lavoratori: servono fatti, non parole, soprattutto se spese sui social.
Per voi lavorare tutti insieme cosa vuol dire?«Difendere la dignità dei lavoratori, che prescinde dal confine. La difesa del posto di lavoro, intesa come diritti e condizioni, non è legata al concetto di confine. Indossare i guanti in Italia non vuol dire non indossarli in Svizzera: non è la frontiera che determina le condizioni. Va creata un'uniformità di trattamento all'interno dell'ambiente di lavoro per agevolare quella che deve essere la concorrenza leale tra i lavoratori, determinata dalla qualità, e non quella sleale, basata sul pagarli meno e sul non metterli in condizioni dignitose per quanto concerne la salute e la sicurezza».
E quando parla di lavoratori, intende residenti e frontalieri uniti, vero?«Il lavoratore frontaliere, in un mercato internazionale, è l'ultimo anello della catena. Non deve essere individuato come la causa delle problematiche, al contrario è il soggetto che ne subisce le conseguenze, proprio perché è l'anello debole, non avendo diritto di voto e essendo un soggetto disgregato, senza una vera unità. Bisogna unire tutti su un ideale comune, quello della difesa dei lavoratori».
Una tematica del genere è recepita anche dalla parte italiana?«L'obiettivo è lavorare insieme per arrivare alla miglior soluzione possibile alle domande che il mercato pone. Poi il populismo è la soluzione più facile, come è facile essere all'opposizione. La materia va conosciuta, non si deve solo millantare di conoscerla. Il mio è un attacco alla destra? Non solo alla destra, a chiunque dice di avere conoscenze che non ha. Codice delle obbligazioni, contratti collettivi, salute e sicurezza presuppongono delle nozioni di base. C'è sempre qualcuno che dice che farà meglio, ma bisogna usare gli strumenti che si hanno a disposizione per farlo».
L'accordo fiscale sarà un tema importante, giusto?«Ci sono due stati che hanno fatto un accordo, il nostro obiettivo è far sì che esso vada nella direzione migliore per i lavoratori. Ma lo stesso vale per tutte le condizioni quadro, per i contratti collettivi, eccetera. Se l'astio e le parole utilizzate sui social, voglio dirlo schiettamente, venissero utilizzate dai lavoratori sul loro posto di lavoro per rivendicare condizioni migliori, anche sui contratti collettivi, si starebbe meglio. Le faccio qualche domanda: come giornalista vede sui social gente che spara astio, facendo credere di saperne più di altri? Ma sul posto di lavoro, dove hanno un interlocutore diretto, queste persone hanno fatto qualcosa per il loro contratto, hanno un salario dignitoso, delle vacanze importanti, delle protezioni del posto di lavoro? Prima di dire come risolvere un problema bisogna mostrare di essere in grado, sul proprio posto di lavoro, di essere persone in grado di autorappresentarsi. I frontalieri stessi sono in grado di unirsi per difendere i propri diritti? Vorrei far passare il messaggio positivo, il mio obiettivo non è creare frizioni fra lavoratori, anzi. Devono capire che per risolvere i problemi devono stare tutti insieme, portare soluzioni e non divisioni, diventare delegati. Noi sindacati stiamo andando in quella direzione, che lo facciano anche loro, se vogliono risolvere i problemi e non andare avanti a lamentarsi».
L'Associazione Frontalieri Ticino intanto non è favorevole al CSIR: afferma che siete coloro che volevano tassarli doppiamente, e che loro sono un caso particolare, lavorando in uno stato extracomunitario. «Il sindacato l'anno scorso ha fatto 56 assemblee sul territorio, anche una con l'Associazione. Andiamo sui luoghi di lavoro a informare i lavoratori, lavoriamo e ci sporchiamo le mani parlando con loro e recepiamo le problematiche. Andremo avanti a farlo, per portare a casa i risultati migliori in base al mandato che ci danno. Noi firmiamo diversi CCL, ultimo in ordine di tempo quello delle installazioni elettriche con 100 franchi di aumento dei minimi salariali e un giorno in più di vacanza. La mia domanda a chi fa parte di questo settore è: cosa hai fatto per migliorare le condizioni? È facile vendersi sui social come soggetti in grado di fare, invece partiamo dalle piccole cose. La tassazione dei salari de frontalieri è subordinata al salario, dunque prima di parlare di tassazione parliamo di condizioni, di prepensionamento, di lavori usuranti, di migliorare il salario e aumentare i giorni di vacanza, inserire condizioni migliori sul congedo paternità. Qual è l'impegno delle maestranze? Prima si deve guardare questo orto, non pensare alla tassazione. E con maestranza intendo frontalieri e residenti uniti».