Cronaca
11.09.2017 - 15:130
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Un pluriricercato e un evaso arrestati per rapina. Con una trentina di furti nel curriculum, ha cercato di nascondere la sua identità. Scena di un film? No, realtà
Milko Frattini nel 1990 aveva ucciso un carabiniere che lo aveva fermato: era già ricercato per rapina, scontò parzialmente 20 anni. E, arrestato per un tentato colpo, ha fornito generalità false e aveva la pelle abrasiva per non permettere di prendergli le impronte digitali
VARESE - Tentarono di rapinare, un mese e mezzo fa, un distributore di benzina a San Pietro di Stabio.
Sono stati arrestati il 5 settembre, anche se si è venuto a sapere solo oggi, in Provincia di Varese dalle forze dell'ordine italiane. Si tratta di un 65enne cittadino italiano e un 53enne cittadino svizzero domiciliato nel canton Zurigo, su cui pendeva un ordine di arresto nazionale, con un importante curriculum criminale e con numerosi precedenti penali sia in Svizzera sia in Italia.
Una buona notizia, certamente, dato che gli arresti sono il frutto della costante e attiva collaborazione tra la Polizia cantonale e le Guardie di confine da un lato e gli inquirenti italiani dall'altro. Tra l'altro, a quanto pare la scena dell'arresto è stata da film, come riferisce il Corriere del Ticino, con una starda di paese bloccata e i due fermati e fatti scendere da un SUV con targa svizzera, che risulta rubato.
A colpire è il fatto che il curriculum dello svizzero non sia dei migliori, anzi. Indiscrezioni hanno subito reso noto il suo nome: è Milko Frattini. Nel 1990, compì già una rapina, e, quando venne fermato da un carabiniere, lo uccise. Il tutto avvenne a Porto Ceresio, e fu condannato a 20 anni di reclusione, scontati solo in parte. Ma è solo l'inizio, perché sul conto di Frattini ci sono una trentina di condanne. Nel 2004 assieme al fratello cercò di sfondare con una scavatrice il muro della Coop di Sant'Antonino per impossessarsi del contenuto del bancomat. Non era comunque stato con le mani in mano negli anni precedenti, perché dal 2000 al 2004 ha compiuto 28 furti, tentati o riusciti.
E anche il complice dell'ultima rapina, quella del 21 luglio, a quanto pare è evaso dalla Casa di lavoro in Emilia durante un permesso. Frattini questa volta lo avrebbe semplicemente aiutato, ma ciò non gli ha impedito di dichiarare, ai poliziotti, generalità false. E sapendo di avere qualcosa da nascondere, aveva fatto in modo che la pelle dei polpastrelli fosse molto abrasiva, per rendere difficile l'operazione di prendergli le impronte digitali.
Nei prossimi giorni saranno espletate le pratiche relative alle richieste di estradizione.
L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Anna Fumagalli.