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Cronaca
25.12.2017 - 14:170
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Omelia e Urbi et Orbi, il focus è sui migranti. Papa Francesco, "vediamo Gesù nei bambini che.."

Il Pontefice ha elencato varie tragedie nel mondo, citando poi "i bambini i cui genitori non hanno un lavoro, quelli a cui è stata rubata l'infanzia, obbligati a lavorare o a arruolarsi, costretti a lasciare i propri paesi". E vuole un mondo "in cui nessuno debba sentire che non ha un posto"

ROMA – Misure di sicurezza imponenti a Piazza San Pietro per la rituale benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco.  La piazza era stracolma di persone di ogni età, dai bambini ai più in là con gli anni, coppie che ascoltavano con l’emozione negli occhi e le mani intrecciate.

C’è bisogno, più che mai, di consolazione in periodi difficili. Il Papa ha parlato molto di bambini, di quelli che ha incontrato, di quelli a cui va il suo pensiero, coloro che sono coinvolti nelle guerre, che fuggono da soli.

"Vediamo Gesù  nei bambini del Medio Oriente, che continuano a soffrire per l'acuirsi delle tensioni tra Israeliani e Palestinesi. In questo giorno di festa  invochiamo dal Signore la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa; preghiamo perché tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all'interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti. Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunità internazionale sono animati dalla buona volontà di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo. Rivedo Gesù nei bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Myanmar e Bangladesh, e auspico che la Comunità internazionale non cessi di adoperarsi perché la dignità delle minoranze presenti nella Regione sia adeguatamente tutelata". Auspica che le porte non siano chiuse come sono state quelle di Beltlemme, per rimanere nella metafora di Natale, cita anche la Corea. E alla tv inquadrano proprio loro, i bambini che sono punto focale dell’Urbi et Orbi.

Poi passa a temi più generali, quello dei migranti, cui aveva accennato anche ieri nella Santa Messa. "Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra", aveva detto infatti.  "Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza. Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l'autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole".

Insomma, il dramma di chi lascia il suo paese in cima ai pensieri. Anche oggi in Piazza, appunto, ha proseguito: "vediamo Gesù nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno. E in quelli a cui è stata rubata l'infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli. Vediamo Gesù nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani".

“La fede di questa notte ci porta a  riconoscere Dio presente in tutte le situazioni in cui lo crediamo assente e ci spinge a dare spazio a una nuova immaginazione sociale, a non avere paura di sperimentare nuove forme di relazione in cui nessuno debba sentire che in questa terra non ha un posto", aveva ribadito ieri.

Omelia e Urbi et Orbi, due momenti attesi, in cui Papa Francesco ha tenuto un focus centrale, un paralellismo, come si può vedere dai brani “intrecciati” che abbiamo scelto. Tanto per proseguire sul filone, ieri i bambini erano con lui erano undici in rappresentanza dei diversi continenti, e tutti hanno deposto fiori davanti alla statuina. I brani della bibbia sono stati letti in italiano e spagnolo, il Vangelo è stato proclamato in latino e le preghiere dei fedeli in cinese, arabo, portoghese, rumeno e bengali.

A mezzogiorno di oggi invece l’intero discorso è stato in italiano, intervallato dalle solenni preghiere in latino. È stato chiesto di pregare per conservarw a lungo in salute anche Papa Francesco, che quando si è ritirato dal balcone ha raccolto un lunghissimo applauso.
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