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Cronaca
04.07.2018 - 11:110

Un amico capobanda, la richiesta d'aiuto, l'entrata nel "gruppo". Il nuovo giallo dell'estate, fra migrazione e (forse) un collegamento col caso permessi falsi

Nell'ambito di un'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo sono stati fermati due residenti a Maroggia, un 34enne kosovaro e una 35enne siciliana, che avrebbe con lui una relazione. Sono accusati di aver fornito supporto logistico e aver trasportato personalmente degli immigrati dall'Italia alla Svizzera

MAROGGIA – È di oggi la notizia del ribaltamento della sentenza a carico del funzionario DFE (vedi suggeriti) in merito all’inchiesta dei permessi falsi, ma sbuca un possibile nuovo collegamento. In manette, nel corso di un’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sono finite 17 persone, fra cui  un 34ennee di origine kosovara e una 35enne siciliana residenti a Maroggia.

La banda, come riferisce per primo il Corriere del Ticino, era in realtà composta da due gruppi distinti che si occupavano di favorire l’immigrazione illegale fra Balcani, Italia e Svizzera.

Curiosa, da un lato, la vicenda dei due residenti a Maroggia, che parrebbero essere legati da una relazione sentimentale. Ricordate quando, il 13 marzo del 2017, fu intercettato al valico di Ponte Cremenaga un furgone che trasportava 11 cittadini dell'area balcanica che stavano cercando di entrare in Svizzera irregolarmente, pagando il viaggio 3.000 euro a testa? Fra le persone a bordo vi erano due amici, o parenti, non è dato sapersi, dal capobanda siciliano, i quali si sono trovati bloccati a Como.

Il capobanda, amico del kosovaro residente a Maroggia, lo ha contatto chiedendogli aiuto. È stata la donna, la 34enne siciliana, a portare in Svizzera i due con la sua auto, per 700 euro. Da lì, la coppia è entrata a tutti gli effetti nel gruppo. Dopo un solo altro viaggio, però, l’uomo è stato fermato.

Era sotto sorveglianza, sembra, anche in Ticino, da parte della Polizia cantonale  e del Ministero Pubblico. In Italia le sue chiamate erano intercettate e il suo cellulare era stato sequestrato. Lui e la compagna sono accusati, si legge nel decreto del fermo, di “avere partecipato all'associazione, fornendo supporto logistico ai trasferimenti dei migranti e occupandosi di fare transitare i cittadini extracomunitari dall'Italia alla Svizzera, anche trasportandoli personalmente e alloggiandoli per sottrarli ai controlli di polizia”.

Si parlava prima di un collegamento col caso permessi falsi. Tornando al respingimento di Ponte Cremenaga, a casa di una delle persone alla guida di un’autostaffetta, furono trovati dei permessi contraffatti. Proprio nel periodo in cui infuriava la polemica: c’è un collegamento? È tutto da verificare, ma al momento non si può escludere.

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