MENDRISIO - Un blackout di un’ora che ha mandato in tilt un Cantone. Adesso sappiamo ufficialmente perchè, come scrive AET: "Un problema tecnico sorto questa mattina nell’ambito di lavori di manutenzione alle installazioni di Swissgrid nella sottostazione di Magadino ha provocato l’intervento dei sistemi di protezione delle sottostazioni di Manno e Mendrisio, con la conseguente interruzione dell’erogazione di corrente elettrica in gran parte del Sottoceneri".
Tralasciamo chi si è preso uno spavento immane, rimanendo chiuso in un ascensore (sappiamo di una signora che si è sentita anche male, perché la paura, la claustrofobia, l’essere soli in uno spazio angusto senza sapere quando poter uscire, sono forti) o in una funicolare. Parliamo di tutti.
Di chi stava lavorando. I pc, collegati alla corrente, si sono fermati. E per qualcuno c’è voluto un attimo a collegare (una parola, che guarda caso, ha a che vedere) che si può lavorare anche con la batteria, finchè essa regge. Per Internet, che ovviamente è saltato per chi lavora non col wi-fi, vi sono gli hotspot dei telefoni: pure lì, finchè la batteria tiene. Quando si scarica… ah già, senza corrente non si carica.
Chi ha il telefono di casa e la tv collegata a Internet, di conseguenza, si è trovato senza la possibilità di telefonare, coi programmi interrotti.
In molti hanno pensato di chiudere i negozi, pensiamo a un episodio che ci è stato raccontato di un sarto che, non potendo cucire nulla, ha portato i clienti al bar. Con un problema: non si poteva fare il caffè, solo bibite già pronte. Fortunatamente, non era ora di pranzo, per cui le cucine non sono state toccate.
Probabilmente cuochi e camerieri avranno fatto gli scongiuri, la corrente è tornata in tempo per poter preparare piatti caldi per tutti. Ve lo dice qualcuno che, con un black out di corrente e tanto di salvataggio tentato a una signora in accappatoio e costume bagnati chiusa in ascensore, alla fine ha optato, affamata, per un panino, salvo poi veder tornare la corrente stessa qualche minuto dopo aver inghiottito l’ultimo boccone. Chiamala fatalità…
Chi aveva dedicato la mattinata alla cura di sé stesso, ha rischiato di ritrovarsi coi capelli bagnati e intrisi di shampoo, oppure senza la possibilità di poterli asciugare. Anche qui, poco male, è estate, e bastava un po’ di sole a fare la parte del fön.
Più complicata la questione per i frigoriferi, che con il caldo che si sta vivendo hanno un ruolo fondamentale non solo nel tenere freschi i cibi ma anche a far sì che essi non si avarino e non facciano dunque male. “I miei gelati…”, ha pensato qualcuno, ridendoci poi su: “li dovrò mangiare tutti”. Ancora una volta, se fosse stato freddo, con i riscaldamenti accesi, sarebbe stato peggio. Oggi, mal che vada, qualcuno ha sudato un po’ di più senza ventilatore o aria condizionata, magari poi col rischio di ammalarsi quando sono ripartiti per lo sbalzo di temperatura.
Non parliamo di ospedali e cliniche, che fortunatamente sono attrezzati per far fronte a occasioni simili sono super attrezzati, per non rischiare di rimanere senza la possibilità di proseguire un’operazione o fornire le cure necessarie a chi ne necessita. La nostra è un’analisi tra il serio e il faceto che naturalmente sarebbe stata diversa se a farne le spese fossero state persone malate.
Qualcuno dice che il blackout ha avvicinato le persone. In effetti, in molti sono scesi in piazza, hanno bussato al vicino, per chiedere “ma da te funziona la corrente?”. Era difficile farlo al telefono, a meno che di ricorrere al cellulare. Quello ha tenuto.
Un’ora, insomma, che ha messo in evidenza ancora una volta quanto si dipende dall’elettricità. Avremmo voluto vedere quanti sanno dove si trova la torcia per illuminare la casa, o le candele per preparare qualcosa di freddo. E la serata, senza tv e pc, appunto a meno che di usare la batteria che non è infinita? Sarebbe stato forse curioso e anomalo capire come le persone l’avrebbero trascorsa… per chi ha nostalgia dei tempi passati, tutti assieme seduti in cucina a chiacchierare e ridere, qualcosa di positivo.
I social si sono riempiti di domande, la sottoscritta non fa eccezione. “Se c’è un blackout, prima scrivetelo su Facebook poi andate a vedere se c’è qualcuno negli ascensori”, ha scherzato un utente. E le informazioni, rapide, sono passate in rete, fino al ritorno della luce. “Non siamo andati in panico perché i social funzionavano, fossero andati in tilt quelli…”, ha aggiunto ancora qualcuno. Vero? Beh, visto che abbiamo detto che siamo fra il serio e il faceto, ridiamoci su, e lasciamo la domanda aperta.
Paola Bernasconi