GENOVA – C’è la rabbia, a Genova. Assieme al dispiacere, al dolore, all’ansia per le persone di cui non si conosce ancora la sorte. C’è quella di chi adesso non sa dove andare, perché sfollato, e chiede indennizzi e la vita precedente, e quella di chi, anche se non è genovese, vede il crollo del ponte Morandi come la conseguenza della scarsa manutenzione: insomma, colpa dello Stato.
Fra di essi, il blogger Lambrenedetto XVI, che da anni denuncia i problemi viari dell’Italia e si sente dunque particolarmente colpito. “Perché dovrei stare zitto? È ora di in-------i!”, tuona.
Ma in un video parla quasi con rassegnazione, con l’amaro “te l’avevo detto”.
“È un casino, un disastro, sconvolgente. Non ho più parole”, dice, raccontando di aver passato quel ponte poco tempo prima. “È da una vita che faccio vedere quelle situazioni, che denuncio il degrado. È la mancanza di manutenzione che c’è da anni, non sono bastati i miei servizi. Pensiamo al cavalcavia a Lecco, i pezzi di calcinacci caduti sul parabrezza a una ragazza… forse se fosse morta si sarebbe fatto qualcosa”. Paragona con la Svizzera, “qui da noi c’è mancanza di sicurezza, ci sono morti sulla strada perché non c’è manutenzione, si parla di grandi opere e manca la manutenzione. Ê un disastro, denuncia, faccio vedere, vado ovunque, mi in---o”.
“A Genova sono venuto un paio d’anni fa, dopo segnalazioni, ho mostrato situazioni e sul giornale hanno scritto ‘Lambrenedetto fa infuriare i liguri’, l’Italia funziona così, da Como a Lampedusa”, constata con amarezza. Parla di reazioni simili in Puglia, in altre regioni. “Ma una settimana dopo la Giunta della Regione ha stanziato dei fondi per delle opere di pulizia e so che è stato sistemato l’asfalto”, insomma le segnalazioni aiutano. “Anche dal Lazio, dall’Umbria, mi arrivano segnalazioni, poi si arrabbierebbero. L’Italia è questa, un paese dalle mille divisioni, con tutto che va allo sfascio”.
È arrabbiato. “Queste cose si potrebbero evitare, con una manutenzione fatta come un altri paesi”.