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02.10.2019 - 11:280
Aggiornamento: 11:59

Righinetti, Striscia, il "dagli ai frontalieri", l'UDC, la Lega e Ghiggia. "Farci prendere a pesci in faccia non è il nostro sport preferito"

"Stendiamo un velo pietoso su chi lancia invettive e fa battute sul nostro stato economico a fronte di uno Stato italiano nel quale i conti pubblici che non tornano", scrive, ma allarga anche il discorso

MUZZANO – Anche Gianni Righinetti nel suo editoriale pubblicato sul Corriere del Ticino non ha gradito il servizio di lunedì di Striscia la Notizia. “Oltre quattro minuti di frasi fatte e una presa per i fondelli di noi ticinesi da parte di un’inviata che girovagava con la sua troupe sul lungolago di Lugano permettendosi di regalare monetine ad ignari passanti, facendo la carità (non richiesta), ovviamente riprendendoli con una telecamera nascosta”, commenta.

“Ad essere stata mostrata a tutto schermo ai 4,7 milioni di telespettatori sintonizzati sulla rete Mediaset è stata una forma di Emmental per dire che abbiamo formaggio con i buchi perché non ce lo possiamo permettere senza voragini. Stendiamo un velo pietoso su chi lancia invettive e fa battute sul nostro stato economico a fronte di uno Stato italiano nel quale i conti pubblici che non tornano e quasi tutte le lancette del barometro dello stivale sono sott’acqua, in zona rossa o galleggiano a malapena”, aggiungendo che “farci prendere a pesci in faccia non è il nostro sport preferito” e che “ogni tanto una frontiera e qualche freno inibitorio non guasterebbero”.

Ma non risparmia le critiche alla situazione descritta da Striscia, invitando a interrogarci sul perché i ticinesi decidono di andare a vivere oltre frontiera e al metodo che chiama “dagli al frontaliere”. “È stato il fil rouge della politica leghista e di quella dell’UDC da un ventennio, sta presentando il conto. In casa leghista il boomerang del moralismo antifrontaliere sta facendo male a chi lo ha usato in scioltezza come fosse una clava per sostenere un impossibile «primanostrismo» a trazione integrale. Sì, la coerenza è merce rara in politica e la caduta dopo un inciampo è sempre fragorosa”, riferendosi ovviamente al caso Ghiggia.

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