BELLINZONA – Tutti aspettano la neve. MeteoSvizzera ha diramato un’allerta 4 per tutto il Cantone, ad eccezione del Luganese che si ferma a 3 e del Mendrisiotto che non dovrebbe essere toccato dal fenomeno. L’allarme partirà stasera alle 18 e durerà sino a dopo domani alle 12.
L'allerta “, spiegano dalla stazione meteorologica di Locarno Monti ,“rimarrà in vigore fino al mezzogiorno di domani, venerdì 15 novembre. La fase più intensa è attesa per stanotte. Nel Sopraceneri le precipitazioni risulteranno intense, e solamente a partire dal primo mattino perderanno gradualmente forza. Il limite delle nevicate si situerà inizialmente attorno a 800 metri, ma nel Sopraceneri si abbasserà fin sul fondovalle".
"È molto probabile”, affermano da MeteoSvizzera, “che la neve scenda fin sul Piano di Magadino, con qualche centimetro di accumulo, soprattutto verso Bellinzona. Sulla sponda del Verbano, invece, probabilmente si avrà solo pioggia mista a neve".
Scenario completamente diverso in (quasi) tutto il Sottoceneri, dove la presenza di una forte corrente calda di scirocco "manterrà il limite delle nevicate a quote più elevate", attorno a 700-1200 metri di quota. Pur invitando alla prudenza in quanto "si tratta di previsioni ancora incerte", MeteoSvizzera prova a stimare il totale di neve che potrebbe essere raggiunto venerdì mattina in più parti del Ticino. "A Bellinzona potrebbero cadere dai 5 ai 15 centimetri di neve, a Locarno dagli 0 ai 3, a Biasca dai 15 ai 25, ad Airolo dai 40 ai 50, a Lugano e Mendrisio 0, mentre a Bosco Gurin oltre mezzo metro".
Non sarà comunque una nevicata storica, sebbene importante, ha spiegato Luca Panzera, sempre di MeteoSvizzera, alCdT. “I nostri dati, facendo dei confronti in base al periodo di riferimento trentennale che va dal 1981 al 2010, ci dicono che il nuovo inverno sarà più caldo del normale, cosa che nel corso degli ultimi anni di fatto è diventata la norma e conferma il riscaldamento globale. Degli ultimi inverni solo sette - prendendo sempre come riferimento il periodo che va dal 1981 al 2010 - sono stati più freddi della norma, con una media di 0,5 gradi centigradi in meno rispetto alla stessa. Quando invece si parla di inverni più caldi, la variazione è di un grado centigrado verso l’alto e questo ci preoccupa, come meteorologi, nell’ottica del riscaldamento globale”.