BELLINZONA – Ieri il presidente dell'Isituto superiore della Sanità Silvio Brusaferro aveva ipotizzato, ed è una possibilità che in Italia si sta prendendo in considerazione, di istituire nuove zone rosse in Lombardia a causa dei contai da Coronavirus. Si parla della zona di Bergamo ma l’intera regione potrebbe essere presto essere definita zona rossa.
Cosa succederebbe a quel punto ai frontalieri, che non potrebbero recarsi a lavorare in Ticino? Vi è il telelavoro, ma AITI (Associazione Industrie Ticinesi) ha inviato un’email ai suoi associati chiedendo loro di proporre ai lavoratori di oltre frontiera di rimanere nel nostro cantone per un periodo.
"Vi invitiamo a prendere in considerazione la possibilità di chiedere soprattutto al personale strategico, prioritario, indispensabile proveniente dalla vicina Italia, di trattenersi a risiedere per un determinato periodo sul territorio svizzero qualora non fosse possibile rientrare materialmente al proprio domicilio per decisione di fatto dell'autorità estera", si legge. Esiste l’obbligo di rientro a domicilio almeno una volta alla settimana per i frontalieri, AITI sostiene che si potrebbe chiedere una deroga in tal senso alla Confederazione e si augura “che qualora la situazione lo rendesse necessario l'autorità federale voglia soddisfare questa necessità".
Inoltre chiede al Consiglio di Stato di rimanere in stretto contatto con le regioni Lombardia e Piemonte, in modo da poter avvisare le aziende e permettere loro di potersi organizzare per tempo in caso di provvedimenti legati al Coronavirus.