BELLINZONA – La sanità chiede di fermare tutto, l’Unione Associazioni dell’Edilizia propone di farlo ai suoi associati: una settimana di stop e richiesta del lavoro ridotto.
“In considerazione dell’attuale situazione, assolutamente eccezionale, derivata dall’emergenza Coronavirus, l’Unione Associazioni dell’Edilizia – allineandosi a quanto già deciso dalla Società Svizzera Impresari Costruttori sezione Ticino nel pomeriggio di oggi – consiglia alle imprese del settore artigianale di adottare le seguenti misure:
- fermare le attività aziendali (uffici, produzione, montaggio) almeno durante tutta la prossima settimana – anche in relazione al giorno festivo e al ponte già previsto da molte imprese – facendo capo a ore e vacanze residue o già maturate o ad altre possibilità previste dai rispettivi contratti collettivi;
- inoltrare immediatamente la richiesta di lavoro ridotto da ricondurre quale conseguenza diretta del Coronavirus (www.ti.ch/lavoro-ridotto).
Non si tratta ovviamente di un obbligo per le aziende bensì di un’opzione percorribile dalle singole aziende, compatibilmente con gli impegni aziendali e le possibilità”, si legge in una lettera inviata agli associati.
“In particolare negli ultimi due giorni abbiamo ricevuto molteplici sollecitazioni riferite alla situazione venutasi a creare a causa del Coronavirus, divenuta ormai ingestibile per numerose imprese, e diverse comunicazioni relative alla volontà di fermare le attività per 1-2 settimane. Le imprese registrano importanti ritardi nell’inizio della giornata lavorativa a causa dei controlli alle frontiere e, per i lavoratori frontalieri, questo comporta un allungamento insopportabile della durata delle giornate di lavoro fino a 6/8 ore. Inoltre, la crescente paura e tensione che serpeggia tra gli operai e gli addetti ai lavori del settore edile non solo complica notevolmente agli imprenditori la gestione dei lavori e dei cantieri, ma aumenta anche notevolmente il rischio di infortuni a causa di un’attenzione e di una concentrazione sempre meno presente sia in ditta che in cantiere”, sono le motivazioni.
“Siamo ovviamente consapevoli del fatto che questa decisione, unilaterale e settoriale, non risolverà da sola la situazione ma sarà comunque un contributo concreto e tangibile per ridurre la propagazione del virus e per salvaguardare la salute pubblica, in particolare dei nostri collaboratori”, termina la missiva, con la promessa di aggiornare in merito a quanto verrà deciso.