CRONACA
Ora si chiude. Come in Italia, il Ticino si ferma
La decisione sarà comunicata nel tardo pomeriggio e si adotterà un modello come quello lombardo, ma senza coprifuoco. Aperti negozi di prima necessità come alimentari e farmacie, le aziende forse ad alcune condizioni

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato adotta la strategia italiana per contrastare l’emergenza Coronavirus. All’indomani della decisione di chiudere tutte le scuole, il Governo si appresa a comunicare alla popolazione un ulteriore giro di vite, volto a contenere il contagio e a proteggere il sistema sanitario cantonale.

L’Esecutivo cantonale, dalla prima mattina, sta informando i sindaci sulle misure che saranno adottate. Chiaro l'obbiettivo: fare squadra e remare tutti nella stessa direzione per affrontare uniti l'emergenza. Non è chiaro se le restrizioni entreranno in vigore già da questa sera o a partire da lunedì mattina. Come non è ancora chiaro se verrà definita una scadenza dei provvedimenti o saranno in vigore "fino a nuovo avviso". 

Come avviene nella vicina penisola resteranno chiusi bar, ristoranti e negozi non di prima necessità, come gli alimentari e le farmacie. Quindi è del tutto insensato prendere d’assalto gli scaffali in queste ore, come avvenuto in alcune località del Cantone.

Sulla scorta del modello italiano le aziende dovrebbero poter continuare a lavorare, affidandosi in particolare al telelavoro, a patto che sul posto di lavoro sia mantenuta la distanza sociale. Garantito dovrebbe continuare ad essere anche il trasporto pubblico. Potrebbe i invece esserci una stretta sui parchi e i parchi giochi.

Non sarà invece previsto alcun coprifuoco per chi esce di casa. Chi lo farà non sarà insomma chiamato a dare spiegazioni alle forze dell’ordine.

Il Consiglio di Stato comunicherà ufficialmente le sue decisioni in una conferenza stampa prevista per il tardo pomeriggio, dove saranno altresì illustrate le prime misure di sostegno all’economia e i provvedimenti che toccheranno l’amministrazione pubblica.

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