BERNA – La pandemia di Covid-19 colpisce in modo particolarmente duro i Paesi in via di sviluppo. Negli Stati afflitti da povertà, conflitti e catastrofi la situazione, già precaria, si aggrava. Per attenuare le conseguenze negative di questi sviluppi, il Consiglio federale ha deciso di concedere al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) un prestito senza interessi di 200 milioni di franchi e di sostenere con 25 milioni di franchi un fondo del FMI, costituito per far fronte alle catastrofi. Altri 175 milioni saranno utilizzati per rafforzare le organizzazioni attive a livello mondiale e la cooperazione internazionale nella lotta contro il coronavirus. La Svizzera si dimostra così solidale nella crisi globale.
La pandemia di Covid-19 ha un notevole impatto sulla vita di tutte le persone. Le restrizioni economiche dovute all’isolamento rappresentano un grave problema soprattutto per chi vive nei Paesi in via di sviluppo: se non possono lavorare, le persone più povere del mondo non riescono a sfamare le loro famiglie. Non hanno infatti contratti di lavoro regolari né beneficiano di un sistema di sicurezza sociale statale stabile che potrebbe proteggerle in caso di crisi. Il rischio di disordini sociali aumenta e anche il numero delle persone che potrebbero essere costrette ad abbandonare il proprio Paese a causa della mancanza di mezzi di sostentamento sta crescendo. È nell’interesse della Svizzera cercare di contrastare le cause di questa situazione.
Contributi alle organizzazioni internazionali per mitigare le ripercussioni della pandemia
Il Consiglio federale risponde alle richieste urgenti di sostegno finanziario formulate dall’ONU, dall’OMS, dal CICR, dalla Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR), dal G20 e da altre organizzazioni che devono rimanere operative. Le grandi organizzazioni attive a livello internazionale hanno bisogno di fondi per introdurre ulteriori misure volte a rallentare la diffusione del virus e ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia.
L’Esecutivo si è dichiarato disposto a contribuire con 400 milioni di franchi agli sforzi internazionali per mitigare le ripercussioni della pandemia di Covid-19, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Come primo passo ha deciso di concedere al CICR un prestito massimo senza interessi di 200 milioni di franchi rimborsabile entro sette anni e di stanziare 25 milioni di franchi per un fondo che mira al contenimento degli effetti delle catastrofi (Catastrophe Containment and Relief Trust) creato dal Fondo monetario internazionale (FMI). Il Parlamento si esprimerà in merito a entrambi i crediti durante la sessione estiva. In una seconda fase (maggio), il Consiglio federale intende stanziare ulteriori contributi per un importo massimo di 175 milioni di franchi destinati a diverse organizzazioni attive sul piano globale.
Con questa decisione l’Esecutivo risponde anche a una mozione della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale che ha chiesto un aumento di 100 milioni di franchi dei crediti per l’aiuto umanitario nel 2020.
Risposta rapida ed efficace della cooperazione internazionale
Nell’ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo la Svizzera è stata in grado di reagire alla crisi in modo rapido ed efficace. Per far fronte alla pandemia, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha effettuato adeguamenti mirati, in particolare ai programmi in corso della DSC. Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha a sua volta adeguato i programmi della SECO. Nel quadro del budget esistente sono stati messi a disposizione oltre 100 milioni di franchi aggiuntivi. Ciò rafforzerà il lavoro di organizzazioni come l’ONU (compresa l’OMS), il CICR e la FICR, nonché i progetti umanitari e quelli finalizzati a rispondere alla pandemia della cooperazione svizzera allo sviluppo. L’Aiuto umanitario della DSC ha già fornito aiuti umanitari su richiesta dei Paesi colpiti. La Svizzera sostiene infine le misure del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria per lottare contro la crisi provocata dalla diffusione del nuovo coronavirus.