BELLINZONA – Stefano Modenini non ci sta: la lettera aperta di ieri di Giangiorgio Gargantini non ha nulla a che vedere con quanto affermato da lui, precisa in una nuova presa di posizione sul CdT. Tanto che le domande (“fino a quando potremo permetterci di dire che la vita umana non ha prezzo? Quanto siamo disposti a spendere e a perdere nella lotta al virus? Quanti soldi intendiamo impegnare, quanti posti di lavoro accettiamo di perdere, quante aziende dovranno chiudere e quanta parte del futuro dei nostri figli e nipoti intendiamo sacrificare?”), non sono sue bensì dell’Economist.
“Insinuare che AITI voglia dare un peso specifico inferiore alla vita umana rispetto alla sopravvivenza di un’azienda (e dei suoi posti di lavoro) è un atto di malafede. Del resto è difficile attendersi qualcosa di diverso da un sindacato che in parte del suo DNA serba l’idea che gli imprenditori non siano altro che dei criminali”, scrive il direttore di AITI.
Precisando poi: “Semplicemente è corretto, onesto e legittimo ricordare che quelli che soccombono per le conseguenze economiche della pandemia non vanno dimenticati e hanno la medesima dignità di quelli che purtroppo non ce l’hanno fatta a causa della malattia”.