COMANO – I contagi da Covid-19 a livello nazionale sono tornati ai livelli di metà aprile. In Ticino, invece, i nuovi casi rimangono stabili e inferiori alle dieci unità. Ma in tutta la Svizzera regna la voglia di normalità. Con la stagione fredda alle porte, riusciremo a contenere il virus e a conviverci? E a quale prezzo? Domande a cui si è provato a rispondere ieri sera a ‘60 minuti’, la trasmissione della RSI condotta da Angelo D’Andrea a cui sono intervenuti il presidente del Governo Norman Gobbi, la consigliera agli Stati Marina Carobbio, il presidente dell’UDC Piero Marchesi, il presidente di Gastro Ticino Massimo Suter e il presidente dell’Ordine dei Medici Franco Denti.
Parlando della situazione attuale nel nostro Cantone, Denti si è detto “favorevolmente stupito dalle cifre che abbiamo avuto fino a qui. Vuol dire che si è lavorato bene e che la popolazione ticinese è attenta alle misure. Non possiamo non dirci, però, preoccupati per quel che sta accadendo a livello nazionale”.
E ancora: “Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi mesi, è che questo virus può essere contenuto e anche facilmente. Come? Con l’utilizzo delle mascherine, con un test rapido diagnostico e con il tracciamento dei contagi. La ricetta per la prevenzione è: mascherine, tampone e tracciamento. In Ticino non possiamo permetterci un secondo lockdown. Come Ordine dei Medici il nostro invito che rivolgiamo a popolazione e autorità è quello di indossare le mascherine anche nei luoghi chiusi”.
Denti ha parlato anche delle difficoltà autunnali di gestire la ‘normale’ influenza. “Non sarà facile, ma la strada è quella già intrapresa: ogni sintomo deve essere segnalato e bisogna testare in continuazione. A fine esercizio potremo dire se saremo stati bravi. Lancio una sorta di provocazione: bisogna fare la vaccinazione anti-influenzale ai bambini. Sono loro i principali diffusori dell’influenza”.