LUGANO – La Svizzera è uno dei Paesi europei messi peggio a livello di contagi da coronavirus ogni centomila abitanti. Numeri in rapida crescita che ieri hanno raggiunto quota 6’634 casi positivi in 24 ore, di cui 295 solo in Ticino. Un aumento si registra anche sul fronte di ricoveri e decessi. Dati, questi, che hanno spinto alcuni Cantoni a optare per un ‘mini-ilockdown’ che prevede – tra le altre cose – il coprifuoco per i ristoranti. Ma la soluzione “rischia di non essere efficace”, afferma il direttore sanitario della Clinica Moncucco Christian Garzoni al portale Tio.
“Due settimane – dice – sono troppo poche. La misura farebbe probabilmente scendere la pressione sul sistema sanitario, ma non porterebbe a numeri tranquilli e durevoli nel tempo”. Ma quali misure, allora, sono necessarie per il dottor Garzoni? “Non tutto quello che si può fare è stato fatto, per esempio estendere l’obbligo di mascherina in tutti gli spazi chiusi. In alcuni contesti, infatti, è solo fortemente raccomandata. E, ora, non è più tempi di raccomandazioni”.
Infine, Garzoni si esprime anche sul sistema di contact tracing: “È vero – commenta al portale –, il servizio comincia a essere contestato, ma ha un grande potenziale. Se dovesse saltare il contact tracing, il rischio di lockdown è alto”.