CRONACA
"Quando suonava il telefono ed era il Flavio". Dadò ricorda Cotti
Il destino ha fatto sì che l'ex Consigliere Federale si sia spento nello stesso ospedale dove è ricoverato il presidente del PPD. "Quando fui nominato, ricordo con gioia il vivo bagliore nei suoi occhi, pieni del suo entusiasmo"

BELLINZONA - Il caso ha voluto che mentre Fiorenzo Dadò subiva un'operazione, nello stesso ospedale si spegneva Flavio Cotti, che era stato grande amico del padre, presenza costante nella vita del presidente del PPD.

Che lo ricorda con un personale e commovente tributo: 

"La scomparsa di Flavio Cotti mi ha molto rattristato e vorrei mostrarvi un piccolo filmato di un momento gioioso, che bene esprime la sua persona.

Mentre io subivo il mio intervento chirurgico, qualche camera più in là nello stesso ospedale, la sua vita si stava lentamente spegnendo.

Flavio, per me e i miei fratelli, è stata una presenza costante e importante, che ci ha accompagnati sin da bambini. L’amicizia fraterna che lo legò a mio padre, iniziata nei loro anni giovanili al Collegio Papio e continuata senza sbavature per tutta la vita, ha influenzato in modo positivo il mio modo di percepire il valore delle persone osservando i fatti concreti e l'operosità rivolta al bene collettivo.

in questi giorni di convalescenza, riaffiorano alla mente tanti aneddoti. Come ad esempio la ritualità della domenica sera, verso le 21, quando suonava immancabilmente il telefono di casa.
Era lui, il Flavio. Rispondevamo noi, o mia madre, per la quale ha sempre avuto parole di stima e gentilezza; noi ragazzini agitati perché l’avevamo appena visto al telegiornale, con Nelson Mandela, Papa Wojtyła, Arafat oppure con Helmut Kohl, suo grande amico.

In questi ultimi anni, dopo che lasciò il Consiglio Federale, volle restare un po’ in disparte e partecipò con discrezione agli eventi politici. Ma finiti gli impegni a Berna, da settimanali quali erano, le sue telefonate a casa di mio padre si intensificarono molto.

Appena si presentava l'occasione mi chiedeva con interesse della mia attività politica agli esordi e io cercavo di fargli raccontare aneddoti dei suoi anni d’oro, degli incontri straordinari con personaggi per noi lontani che vedevamo solo alla TV. Pur essendo affezionatissimo al PPPD, non ricordo di averlo mai sentito esprimersi negativamente su politici di altri partiti, con i quali collaborò , come si è visto, con successo.

Quando fui nominato presidente del Partito nel 2017, carica che fu sua molti anni prima, ricordo con gioia il vivo bagliore nei suoi occhi, pieni di quell’entusiasmo che lo sorresse e lo spinse così in alto nella vita.

Flavio se n’è andato, dopo aver vissuto giorni straordinari e aver dato molto al TIcino e agli altri. Nel suo discorso di commiato davanti all'Assemblea Nazionale, Flavio Cotti non dimenticò nessuno e coerentemente con i valori con i quali aveva improntato tutta la sua azione politica, ringraziò anche gli autisti, le donne delle pulizie, il personale di servizio e della sicurezza.

Di lui, che operò coi potenti, ricorderemo con riconoscenza e ammirazione la sua umanità e attenzione per il bene comune e verso il prossimo".

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