CRONACA
Garzoni: "Una misura come quella austriaca? Se la situazione peggiorasse, non me ne stupirei"
I non vaccinati austriaci non potranno più accedere a ristoranti, bar e anche alla vita sociale, andando in una sorta di lockdown. Il medico: "L'epidemia ora colpisce loro, che si ammalano di più e in modo più grave"

BELLINZONA - Fa discutere la scelta dell'Austria di impedire ai non vaccinati di accedere, anche se testati negativi, a bar, ristoranti e attività del tempo libero. Al Tg della RSI ha parlato Christian Garzoni, che ha spiegato come chi non si è vaccinato non solo è maggiore portatore di virus ma rischia di ammalarsi in modo più grave.

"Gli ospedali si riempiono con loro". spiega. "Quando le cure intense rischiano di essere piene, la politica deve fare in modo di proteggerli, dunque limitando i contatti in modo che si ammalino di meno".

"I non vaccinati probabilmente finiscono in ospedale, soffrono e portano via risorse al sistema sanitario che non può più curare l'ordinario. Le misure di carattere politico come quella austriaca servono per non far sovraccaricare gli ospedali", aggiunge.

E sulla richiesta di una ipotesi come quella austriaca in Svizzera, Garzoni preferisce sostenere che la gravità delle misure è in rapporto alla situazione epidemiologica, che da noi al momento è migliore dell'Austria ma non dovunque. "Se il sistema sanitario dovesse essere sotto pressione non mi stupirei se Berna decidesse di prendere misure per non far ammalare i non vaccinati. Oggi abbiamo una chiave per uscire dalla crisi, è il vaccino".

Prevede che i numeri in inverno torneranno a salire. "Il Ticino al momento è un'isola felice, ma vedremo. L'unica strada percorribile è quella del vaccino, invito gli scettici a farlo per non soffrire, per non far soffrire i loro familiari e non sovraccaricare il sistema sanitario".

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