LUGANO – "Il Molino non si tocca, ce lo riprendiamo con la lotta". A distanza di sette mesi dallo sgombero, i molinari tornano ad rioccupare l'area dell'ex Macello in una rioccupazione a cui hanno preso parte, per ora, una cinquantina di persone.
"Sull’area – si legge in una nota del CSOA il Molino – è in corso un presidio solidale con pranzo e poetry slam, mentre all’interno alcune persone stanno rendendo agibili gli spazi. La sera ci sarà la prima assemblea pubblica. Tutti sono invitati a partecipare! Vogliamo ridare vita a questi spazi perché l’autogestione ha bisogno di luoghi liberi per autodeterminarsi e crescere. I nostri sogni non si sgomberano".
E ancora: "Sette mesi dopo lo sgombero del C.S.O.A. il Molino ci è sorto un fortissimo dubbio: forse abbiamo dimenticato le placche della cucina accese… La preoccupazione ci ha spinto a rientrare per assicurarci che un incendio – come già successo in maniera dolosa altre due volte in questi quasi 25 anni – non divampi. Trattandosi di uno “stato di necessità”, rientrare non dovrebbe avere alcuna conseguenza sulle persone che provvederanno alla messa in sicurezza dello stabile, così come la demolizione della sua parte abitativa non ha avuto alcuna ripercussione sul municipio di Lugano e sulla polizia. Ma sinceramente non avevamo dubbi: in questa città come altrove, la legge é fatta per tutelare gli interessi dei potenti e la cosiddetta democrazia si rivela una farsa. Lo “Stato delle cose” e il “decreto di abbandono” ne sono l’ennesima prova. Per questo motivo, ci siamo organizzati, dal basso, per riprenderci con le nostre mani ciò che ci è stato tolto, senza dialogare con chi questi edifici li ha demoliti nel cuore della notte lasciando un cumulo di macerie e rabbia".
"Sono stati sette mesi nei quali politicanti e benpensanti hanno cavalcato l’onda dell’autogestione, parlando a vanvera in programmi televisivi e radiofonici. Da una parte la destra reazionaria ha tentato di schiacciarci e annientarci con la sua demagogia, dall’altra una parte della “sinistra” ha cercato di addomesticarci e recuperare qualsiasi tentativo di autogestione per poter abbellire questa città vetrina. Tutto questo parlare di brozzoni e Molino ci ha fatto venire un po’ il magone, quindi abbiamo deciso di fare una visita agli spazi ancora colmi di oggetti e ricordi; ad aspettare i tempi della burocrazia avremmo ritrovato solo polvere e muffa. Un saluto complice ai cuori ribelli! La libertà non si mendica, si conquista!".