BRUXELLES - Decine di migliaia di manifestanti – 50'000 secondo alcune stime - provenienti anche da Francia, Germania e altri paesi europei, sono scesi in piazza ieri, domenica 23 gennaio, a Bruxelles per protestare contro le restrizioni sanitarie imposte per contenere la diffusione della pandemia. Si sono registrati scontri violenti con la polizia, che ha usato lacrimogeni e idranti nell’area del Parco del Cinquantenario, nei pressi delle istituzioni UE.
I manifestanti si sono scontrati a più riprese con gli agenti in tenuta antisommossa e alcuni poliziotti si sono dovuti rifugiare all’ingresso di una fermata della metropolitana. L’edificio che ospita la sede del Servizio per le azioni esterne dell’Unione Europea è stato preso d’assalto e i manifestanti hanno lanciato oggetti, mandando in frantumi alcune finestre dello stabile.
Da diverse settimane nella capitale belga si svolgono manifestazioni contro il green pass, necessario per accedere a ristoranti ed eventi culturali. Ma a segnare un elemento di novità rispetto alle precedenti proteste è il fatto che a manifestare — all’urlo di “Libertà” e “Questa non è una pandemia, è una dittatura” — sono state persone provenienti anche da Francia e Germania e Portogallo, e probabilmente da Olanda, Polonia e Romania.
Gli organizzatori, tra cui il movimento World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom, hanno invitato manifestanti di tutta Europa a partecipare alla protesta di Bruxelles, dove si sono registrate vere scene di guerriglia urbana.