BRESCIA – Davide Fontana, il 43enne di Rescaldina, in provincia di Milano, che in gennaio ha ucciso la 26enne Carol Maltesi, aspirante porno star, in arte Charlotte Angie, e che l’ha smembrata conservando il corpo in un congelatore per due mesi, si descrive così sul suo blog di gastronomia: “Nato a Milano in Aprile, ariete atipico, calmo e razionale ma testardo e determinato a raggiungere gli obiettivi prefissati. Amo la cucina a 360°, mi diletto ai fornelli provando e riprovando ricette tradizionali e non, cercando spunti e ispirazione dai migliori chef. La creatività la ricerco nei ristoranti che frequento, sono sensibile al fascino di un piatto che riesca ad abbinare bellezza visiva ad un gusto sorprendente”.
Sulla sua pagina, storiedifood.com, aggiunge su di sé: “Appassionato di tecnologia e fotografia, questo progetto nasce con l’ambizione di coniugare tutte le mie passioni, fonderle insieme e cercare (e ricercare) novità e sperimentazioni food”. Poi, una citazione di Oscar Wilde: “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”.
Se questa storia agghiacciante fosse un thriller, Fontana sarebbe il classico insospettabile. Bancario, brava persona, una vita divisa tra lavoro e passioni… Ma dietro al volto pubblico di questo individuo si nascondeva un killer. La notte scorsa, messo alle strette dopo essere stato fermato, l’uomo ha confessato. “Stavamo girando un filmino hard – ha raccontato agli inquirenti -. Lei era legata, aveva un sacchetto in testa. Ho iniziato a colpirla con un martello su tutto il corpo, non forte. Poi quando sono arrivato verso la testa ho iniziato a colpirla forte, non so bene il perché. Non so cosa mi sia successo. Credo fosse già morta ma non sapendo che altro fare le ho tagliato la gola con un coltello da cucina”.
Il corpo della giovane vittima, sua amica e vicina di casa, è stato rinvenuto in una zona boschiva della Valcamonica, nel bresciano, squartato e chiuso in quattro sacchetti neri. Per oltre due mesi, Fontana ha gestito il telefonino della ragazza, rispondendo ai messaggi che riceveva “nel tentativo di far credere loro che fosse viva”. Agli altri attori e agli amici che la cercavano aveva raccontato che Carol “voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno”.
Ha smembrato il corpo di Carol dopo con un’accetta e un seghetto da metallo, e dopo aver tentato di cancellare con un coltello i tatuaggi dal corpo della donna, che hanno reso possibile l’identificazione, ha tentato di cancellare il suo volto con il fuoco. Per far sparire le tracce dell’orrendo delitto ha perfino cercato di bruciare il cadavere con dell’alcol nel barbecue di un bed and breakfast di una frazione di Cittiglio, paesino in provincia di Varese a due passi dal Lago Maggiore. Ma non ci è riuscito: ha riportato a Rescaldina il corpo e alla fine ha deciso di disfarsene gettandolo in un dirupo della Valcamonica.