CATANIA – "Non ricordo". È la frase pronunciata più spesso da Martina Patti, la giovane mamma che ha ucciso la figlia di quattro anni. Interrogata, alla donna è stato chiesto di spiegare la dinamica dei fatti. "Non ricordo, perché ero girata e non volevo guardare".
Per il gip non ci sono dubbi: "Patti ha voluto uccidere la figlia. Il suo è un gesto premeditato. Ha inferto più colpi d'arma da punta e taglio. Quella della piccola Elena è stata una morte cruenta e lenta. Uccidere un figlio in tenera età e, quindi indifeso, oltre a integrare un gravissimo delitto, è un comportamento innaturale, ripugnante, eticamente immorale, riprovevole e disprezzabile, per nulla accettabile in alcun contesto... indice di un istinto criminale spiccato e di elevato grado di pericolosità".
La madre non ha manifestato segni di pentimento. Anzi..."ha inscenato il rapimento con estrema lucidità. Tutti elementi che denotano una particolare spregiudicatezza, insensibilità, assoluta mancanza di resipiscenza. È una persona lucida e calcolatrice. Se non viene arrestata, potrebbe darsi alla fuga".