Innalzamento della diga del Sambuco: cauto sostegno ambientalista e dei pescatori

BELLINZONA - Con un comunicato congiunto, Pro Natura Ticino, WWF e Federazione cantonale di acquicoltura e pesca annunciano un cauto sostegno all'innalzamento della diga del Sambuco, seppur condizionato all'aumento dei deflussi minimi in Vallemaggia, come previsto dalla legge. Solo così  - fanno sapere le tre Associazioni - il potenziamento della produzione idroelettrica invernale non avverrà a danno della fauna ittica e delle zone golenali.

È attualmente in corso, e fino al 10 maggio, la consultazione della scheda V3 del piano direttore per potenziare la produzione idroelettrica cantonale. In particolare, è previsto l’innalzamento delle dighe del Sambuco e del Sella per aumentare lo stoccaggio d'acqua,  oltre alla realizzazione di un impianto di pompaggio-turbinaggio tra il Verbano e il bacino della Verzasca. Riguardo alla contestata diga in Val d'Ambra, prevista dalla versione attuale della scheda, il Cantone non propone alcuna modifica.

Le tre Associazioni condividono la necessità e l'opportunità di rendere più flessibile la produzione idroelettrica e di aumentare in particolare la produzione invernale. Esse annunciano pertanto un cauto sostegno all'innalzamento della diga del Sambuco, condizionandolo tuttavia a quanto la legge prevede, ossia l'aumento degli attuali scarsi deflussi nella Maggia. Questi ultimi dovranno essere integralmente adeguati alle norme di legge, al più tardi al momento della scadenza dell'attuale concessione, che nel caso del Sambuco è prevista per la fine del 2035.

I deflussi maggiorati dovranno limitare in particolare il surriscaldamento estivo delle acque, che negli ultimi anni ha decimato la fauna ittica, ed alimentare in modo sufficiente le golene valmaggesi.

Inspiegabilmente - rilevano i tre Enti - la documentazione allestita dal Cantone per valutare preliminarmente il progetto in chiave paesaggistica e ambientale non tratta l'aumento dei deflussi: aspetto si reputa invece essenziale. In tale ottica, andrà in particolare anche valutato se l'afflusso futuro d'acqua, tenuto conto del mutamento climatico in corso, sarà ancora sufficiente per colmare l'invaso ingrandito.

Per quanto concerne il nuovo impianto di pompaggio tra il Verbano ed il bacino in Valle Verzasca, le associazioni sottolineano la sua enorme flessibilità, fondamentale per equilibrare la produzione fortemente crescente, ma inevitabilmente irregolare, del fotovoltaico. Quest'impianto, integralmente sotterraneo, non avrebbe alcun impatto sul paesaggio e non produrrebbe deflussi discontinui come le centrali idroelettriche ad accumulazione, che rendono le acque ai fiumi invece che direttamente al lago. Grazie a queste condizioni propizie le tre associazioni propongono una rapida e decisa promozione del pompaggio della Verzasca ed al contempo lo stralcio del progetto in Val d'Ambra, più costoso, dannoso e meno flessibile.