BELLINZONA - "Ragazze, se potete non innamoratevi e fate cose divertenti e utili". L'omicidio di Giulia Cecchettin da parte dell'ex fidanzato ha suscitato forti sentimenti di rabbia e in un certo senso rassegnazione per l'ennesima vittima di femminicidio, portando molte persone a parlare di una cultura patriarcale che domina tutti gli uomini e che li rende in un certo senso pericolosi.
Alle nostre latitudini, fanno rumore le parole di Claudia Crivelli Barella, conosciuta per essere stata a lungo in politica coi Verdi, psicoterapeuta di professione, che esorta le giovani a star lontano dai ragazzi.
"Se proprio vi capita, non fate ruotare la vostra vita attorno ad un ragazzo, e se vi rompe lasciatelo, e soprattutto non fatevi intenerire andando a un ultimo incontro. State lontane dai maschi, sono un genere pericoloso anche quando sembrano agnelli, pensate sempre a una via di fuga, non fidatevi mai ciecamente. È sicuramente ingiusto ed esagerato pronunciare parole così estreme, ma dalla fiducia sono derivate troppe morti di ragazze, di donne di ogni età. In nome dell'amore.... Amore un corno: possesso patriarcale e predominio sterminatore".
E prosegue: "Non fidatevi mai ciecamente, siate guardinghe. Gli uomini uccidono, lo fanno troppo spesso per poter pensare "no, ma il mio ragazzo non lo farebbe mai". Ci riguarda tutte, e riguarda tutti gli uomini, anche quelli che dicono "non bisogna generalizzare". È un vostro problema, risolvetelo, andate in terapia, evolvete. Non possiamo avere altre vittime di una guerra che non smette di essere inscenata in questo mondo creato da uomini, dove noi donne invece di avere il ruolo di dee che ci spetta, veniamo ignorate quando va bene, oppure molestate, violentate, picchiate, uccise".
Diversi utenti social le hanno rimproverato un approccio che fa di tutta un'erba un fascio, una generalizzazione che sorprende da parte di una psicoterapeuta. Ma lei tira dritto, sapendo che "l'ho scritto che sono parole estreme. Come estremo è ammazzare una ragazza, non è sopportabile. Proprio con la forza della mia professione e con quella di saper usare le parole, se non intervenissi colluderei con il male. Non tutto è dolce e rassicurante : là fuori c'è un mondo violento, e illudere o illudersi sarebbe criminale".
Poi ribadisce: "Le donne uguali agli uomini proprio non lo sono. Donne che uccidono? Eccezioni. Uomini che uccidono? Basta fare un giro nella popolazione carceraria per rendersi conto dell'abissale differenza. Le donne sono dee, piaccia oppure no".
"Su 10 post dedicati a Giulia, 9 sono di donne. Sui social, la rabbia e l’indignazione per il femminicidio di #GiuliaCecchettin sono visti come un attacco a tutto il genere maschile. “Non siamo tutti così”, “Non generalizzate”, “Bella scusa per diffondere odio verso gli uomini”: questo si legge scorrendo tra i vari profili", puntualizza. "È triste che la morte di una giovane ragazza sia stata interpretata come una battaglia “donne contro uomini” dove questi ultimi si sono sentiti in obbligo di difendersi, più che empatizzare con il dolore collettivo per l’ennesima donna vittima di un amore malato", sottolineando che per fortuna ci sono anche parole rispettose e riflessive da parte di uomini.
Sulla violenza, scrive che "è dentro ognuno di noi in quanto umani. E in quanto umani, dobbiamo lavorarci, trasformarla in qualcosa che non nuoccia noi e gli altri (animali compresi, dico da antispecista, ma questo è un altro discorso). È normale provare emozioni devastanti di solitudine, abbandono, rabbia, gelosia. NON è normale, per questo, usare violenza ad altri. E neppure a noi stessi".