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Cronaca
13.03.2024 - 10:070
Aggiornamento: 13:07

In Thailandia è rivolta contro gli svizzeri: tre casi scatenano una 'shit storm' sui social

Aggressioni, vere o presunte, e anche un omicidio. Così veniamo accusati di depositare rifiuti umani nella perla dell'Estremo Oriente

“I cittadini di Phuket sono stufi di noi svizzeri, perché in Thailandia il problema degli stranieri siamo noi!”. Così, il Blick, che oggi riassume una serie di casi che stanno gravemente danneggiando l’immagine degli svizzeri in una delle perle dell’Estremo Oriente.

Oltre 100.000 stranieri sono andati ad abitare sull'isola più grande della Thailandia, che ogni anno è invasa da dodici milioni di turisti. Anche gli svizzeri, annota il quotidiano zurighese, si trasferiscono sempre più spesso in questo paradiso delle vacanze: solo a Phuket sono un migliaio. Ma diversi confederati hanno avuto guai con la giustizia thailandese per bullismo, risse e persino omicidi.

Tre casi sono finiti sulle prime pagine dei giornali locali nelle ultime settimane e da una gigantesca ‘tempesta di merda’ si è scatenata contro di noi sui social network locali.

Tutto inizia con il caso di uno svizzero di 53 anni, ex macchinista delle Ferrovie, che a fine gennaio ha ucciso la moglie thailandese nella provincia di Nakhon Ratchasima. La donna risultava scomparsa dall'8 gennaio e lui aveva dichiarato alla polizia che era scappata di casa dopo una lite. Ma quando è stato arrestato e ha confessato di aver strangolato la moglie, i media locali hanno rivelato che la donna aveva ereditato circa 315.000 franchi dal primo marito svizzero, morto nel 2021.

Un altro caso è quello del 45enne argoviese al quale la Tailandia ha revocato il visto, accusato di aver aggredito una donna locale seduta sui gradini vicino alla sua villa a Phuket. I fatti risalgono ai primi di marzo, quando due donne thailandesi si sono sedute sui gradini della scalinata che dalla spiaggia porta alla villa dell’uomo, emigrato a Phuket 15 anni fa, che dirige un santuario per elefanti. Lui le ha raggiunte per farle allontanare, e una delle due l’ha accusato di averla colpita alla schiena e ha reso pubblica la presunta aggressione, tacciandolo di razzismo. Così il caso è diventato d'interesse nazionale e il Governo ha revocato il permesso di soggiorno all’argoviese.

“Sto attraversando un inferno dopo l'incidente”, ha raccontato l'uomo a 20 Minuten sostenendo di non aver percosso la donna, ma di essere solo inciampato contro di lei, e aggiungendo di essere vittima di molestie da parte di turisti che usano i suoi spazi privati. L'argoviese ha registrato la scena con il suo cellulare. Nel video lo si vede avvicinarsi alle due donne, poi l'immagine si muove proprio come se fosse davvero inciampato, in seguito le donne si alzano e se ne vanno infastidite.

Ma dopo il fatto è stato travolto da una campagna diffamatoria: “Sono diventato lo straniero che ha picchiato una tailandese. Esiste anche un gruppo Facebook che mi accusa di essere un suprematista bianco che picchia le donne”.

Oltre 500 abitanti di Phuket infuriati hanno marciato verso la sua villa esponendo striscioni e chiedendo spiagge libere per i cittadini e l'immediata espulsione degli svizzeri turbolenti.

Come se non bastasse, c’è il caso di un 60enne svizzero che ha picchiato con le stampelle una donna thailandese in un supermercato nella città di Trang dopo un diverbio. Lei si è difesa lanciandole una bottiglia d’acqua e l’uomo l’ha gettata a terra la donna, le ha messo il ginocchio sul collo e ha iniziato a percuoterla. Diagnosi in ospedale: naso rotto, lividi su entrambi gli occhi e sulla schiena.

I thailandesi si sono sfogati sulla piattaforma Reddit, accusando gli svizzeri di lasciare i loro “rifiuti” umani in Thailandia. “Bisogna chiuderli in una prigione di m.., poi deportazione ed esilio”, scrive un utente del social. Un altro chiede di revocare i visti ai cittadini elvetici.

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