FERRARA - "Abbiamo paura di lui". I ragazzi di una scuola media e i loro genitori, esasperati dagli atteggiamenti violenti di un compagno ritenuto bullo, hanno scelto la via della protesta. Invece di entrare in classe, si sono riuniti in piazza, a urlare il loro scontento e il loro timore. La scuola e le autorità non condividono e chiedono di non parlare di bullismo. Il giovane coinvolto è stato sospeso dopo un litigio particolarmente pesante con un compagno.
Il ragazzo proviene da una famiglia di migranti, da anni in Italia. Ha 13 anni e frequenta la prima media in provincia di Ferrara. Settimana scorsa ha avuto un alterco con un altro ragazzo, il quale, non si sa se accidentalmente o meno, ha sbattuto la testa. I docenti, che da tempo monitoravano il comportamento dell'adolescente, hanno chiamato il 118 e i Carabinieri. La direzione lo ha sospeso.
Ma ai genitori, evidentemente, non è bastato e hanno scelto di scendere in piazza come dimostrazione di paura e di disagio. Una decisione non condivisa dalla scuola e dalle autorità comunali.
“Proprio in queste ore sentirò i rappresentanti di classe e ribadirò che la scuola è dispiaciuta perché l’iniziativa di lunedì non è stata concordata. Ci è stata comunicata sabato pomeriggio, senza coinvolgere gli organi collegiali. Rimprovero a mamme e papà questo atteggiamento. Se avessero dialogato avremmo trovato i luoghi per confrontarci. Così non aiutano il nostro lavoro”, ha detto il sindaco Dario Bertoldi, che era presente alla manifestazione per ascoltare e supportare le famiglie.
A riprova che la scuola stava tenendo sotto controllo la situazione, il giorno in cui è avvenuto l'episodio che ha portato alla sospensione era previsto un consiglio di classe per discutere degli atteggiamenti del 13enne. I fatti, poi, hanno accelerato l'arrivo di una sanzione disciplinare.