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Cronaca
18.06.2024 - 18:500

"Per lei c'è un mandato di arresto internazionale. Ma noi della Polizia la aiuteremo"

Nella sua rivista, ACSI segnala una truffa tramite chiamate shock, dove i "furbetti" si fingono agenti che, per dimostrare l'innocenza del malcapitato, cercano di accedere ai suoi dispositivi e gli consigliano di spostare i soldi in un conto 'sicuro'

BELLINZONA - "Pronto, parla la Polizia, lei è sotto indagine per uso fraudolento di una carta di credito". Inizia così una truffa che è stata segnalata dalla rivista di ACSI, l'associazione dei consumatori. Dall'altro capo del telefono non ci sono davvero gli agenti, ma dei furbetti che mirano al controllo di pc e conti correnti.

Peraltro, la chiamata è in inglese, il che dovrebbe insospettire. Ma spesso l'idea di ricevere una accusa dalla Polizia spaventa e sicuramente per mettere in atto la truffa si punta anche su quello. D'altra parte, le chiamate shock sono molto diffuse e sovente mietono vittime, nonostante la sensibilizzazione.

Quando si risponde, viene detto di premere il tasto 1 per avere ulteriori informazioni. A quel punto, se si prosegue, si entra in contatto con un agente che spiega come ai danni del malcapitato interlocutore ci sia addirittura un mandato d'arresto internazionale, ma che, per dimostrare la sua innocenza, desidera installargli uno strumento di accesso a pc, tablet e telefono, in modo da raccogliere le prove necessarie.

Ovviamente, il programma mira al controllo dei dispositivi. Inoltre, viene detto che conviene, a causa di un possibile blocco dei conti, trasferire i soldi. Viene consigliato un conto che, nemmeno a dirlo, è controllato dai truffatori, pronti a prendersi il denaro appena viene versato.. 

E chi ha dubbi? I finti agenti li fanno chiamare direttamente dall'Interpol. Il numero che appare sul display è quello corretto, e non tutti sanno che si possono falsificare i numeri delle chiamate in entrata, quindi ci credono. Giocare con l'autorità percepita di enti come la Polizia è dunque una carta per chi vuole estorcere soldi.

Interpellato da ACSI, L’Ufficio federale della sicurezza raccomanda a chi si fosse fidato e avesse fatto accedere i truffatori al suo dispositivo di chiedere un controllo da uno specialista: il pc, il tablet o il telefono potrebbe essere stato infettato.

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