LOCARNO - Sono state sospese le ricerche delle tre persone ancora disperse a seguito del nubifragio che una decina di giorni fa ha investito la Vallemaggia. Ha comunicarlo è stato questo pomeriggio Antonio Ciocco, capo dello Stato maggiore regionale di condotta, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Locarno.
"Le persone disperse al momento sono ancora tre. Tutti i corsi d'acqua sono stati setacciati più volte, ma finora non siamo riusciti a ritrovarle. Quindi da ora le ricerche vengono sospese. Saranno immediatamente riattivate in caso di segnalazioni. Sono rattristato per non essere riuscito a riportarle a casa. Allo stesso tempo sono fiero per l'impegno di chi ha partecipato alle ricerche", ha affermato Ciocco.
Oltre ai tre dispersi, ricordiamo, sono state cinque le vittime del nubifragio già accertate. "È stato un evento estremamente grave. Il bilancio in termini di vite umane è pesantissimo", ha detto dal canto suo Claudio Zali, presente all'incontro con i media nella sua veste di Direttore del Dipartimento del Territorio per fare il punto sulla viabilità.
Il capitano Antonio Ciocco ha sottolineato che solo per quanto riguarda la polizia sono state impiegate 762 unità fisiche per una media di 68.6 unità al giorno di cui: 686 per la Polizia cantonale e 76 per le polizie comunali per un totale di 6’824 ore di impiego. Sono stati inoltre impiegati un centinaio di militi da parte dei pompieri nonché 56 unità e 18 mezzi, per un totale di 640 ore di servizio, da parte del 144 e della REGA.
Da parte sua Federico Chiesa, capo ufficio presso la Sezione del Militare e della Protezione della Popolazione (SMPP), ha evidenziato che i militi della Protezione civile (Pci) in impiego in questi giorni sono stati 224 per un totale di 578 giorni di servizio. In particolare sono stati coinvolti in missioni di ripristino del territorio (comunicazioni e viabilità), nell’assistenza alla popolazione, ad esempio con la distribuzione di acqua potabile, nell’aiuto alla condotta dello SMRC, fornendo rinforzi per le attività della polizia nonché supporto logistico e sussistenza per tutti gli enti coinvolti. Si è poi soffermato sul futuro impiego dei 466 volontari che si sono finora annunciati. Da lunedì sono inoltre stati attivati i canali per l’annuncio di necessità di supporto, da un lato a favore dell’agricoltura e dall’altro a favore dei privati e degli enti locali. Finora sono pervenute 7 richieste da parte di agricoltori e 5 da parte di privati. Ha inoltre comunicato i futuri passi per il passaggio di consegna tra lo SMRC d’emergenza e lo SMRC di ripristino, quest’ultimo condotto dalla PCi, coadiuvata dalla SMPP, che si occuperà di coordinare gli enti responsabili per la fase di ricostruzione (PCi, volontari, Dipartimento del territorio, Esercito e altri servizi tecnici).
Le precipitazioni che hanno interessato la Vallemaggia tra il 29 e il 30 giugno hanno comportato numerose conseguenze per il territorio, come esposto da Andrea Pedrazzini, geologo cantonale. Si contano danni a oltre cento edifici (andati distrutti o parzialmente danneggiati), diverse centinaia di metri cubi di materiale da evacuare a Mogno e a Prato Sornico, importanti erosioni di sponda tra Broglio e Prato Sornico, destabilizzazione dei muri di sostegno a sotto Menzonio, danni ingenti alle captazioni d’acqua comunali, agli acquedotti e fognature sia in Val Bavona che in Val Lavizzara, danneggiamento della rete elettrica. A livello di viabilità si registrano danni alle strade comunali consortili (danneggiate o distrutte), 200 metri di strada cantonale distrutta a Piano di Peccia, nonché il parziale crollo del Ponte che collegava Cevio a Visletto; riguardo a questo ultimo aspetto la posa di un ponte provvisorio militare è tra le priorità del DT.
Dopo le ispezioni e le successive verifiche tecniche da parte dei servizi del DT, come evidenziato da Diego Rodoni, si è giunti alla conclusione che la soluzione di posare il ponte militare provvisorio sull’attuale infrastruttura compromessa non è perseguibile, in quanto non vi sono sufficienti garanzie statiche rispetto al manufatto esistente. È stata pertanto individuata una soluzione più a nord dell’infrastruttura andata distrutta, che a livello tecnico e geometrico è compatibile con il manufatto militare. Si sta quindi procedendo alla costruzione delle fondamenta del ponte provvisorio nel nuovo sito individuato.
Grazie all’ausilio dell’Esercito svizzero, rappresentato dal Colonnello SMG Manuel Rigozzi, con un dispiegamento di cinquanta uomini si è potuto lavorare anche a un guado a sud di Visletto, che permetterà di raggiungere la sponda del fiume Maggia lato Cevio, in modo da permettere il passaggio di macchinari pesanti e materiale necessario per gli interventi in Val Lavizzara e Val Bavona.
Si stima che la viabilità dell’Alta Vallemaggia dovrebbe essere ripristinata nelle prossime settimane, con la realizzazione di tutte le infrastrutture necessarie e la posa del ponte militare provvisorio. Il ponte sarà regolamentato da semafori situati alle sponde, sarà percorribile in modo monodirezionale e resterà in funzione per almeno dodici mesi, periodo durante il quale si potrà elaborare un progetto per un nuovo ponte definitivo.