CRONACA
"200 franchi bastano", no al controprogetto. Il sindacato dei media: "Giusto, ma non esultiamo"
Il Sindacato dei media: "Il pericolo di un indebolimento del servizio pubblico non può dirsi scongiurato"

BERNA – No a un controprogetto indiretto all’iniziativa sulla SSR “200 franchi bastano”. Ha deciso così, questa mattina, la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati, respingendo il progetto della commissione del Nazionale.

Il Sindacato dei Media accoglie “con favore la decisione della Commissione dei trasporti di non appoggiare l’elaborazione del controprogetto indiretto all’iniziativa SST decisa dalla commissione omologa del Consiglio Nazionale”. Per il SSM, si tratta di un passo “nella giusta direzione e, con il controprogetto ancora sul tavolo, il rischio di un ulteriore indebolimento del servizio pubblico non può dirsi del tutto scongiurato”.

E ancora: “Ad oggi non sono ancora chiari gli impatti finanziari del controprogetto indiretto, nel caso in cui la commissione del Consiglio nazionale decidesse di restare ferma sulla propria proposta, ignorando il rifiuto da parte della commissione omologa del Consiglio degli Stati, e se il Parlamento dovesse seguirla. Tuttavia, si può presumere che le conseguenze (riduzione del canone delle economie domestiche) superino le misure già decise dal Consiglio federale”.

Eccone alcune indicate dal Sindacato:

1. La modifica dell’ordinanza da parte del Consiglio federale, che prevede la riduzione del canone per le economie domestiche e l’esonero dell’80% delle imprese, sottrae 270 milioni di franchi al servizio pubblico mediale della SRG SSR, con un taglio pari al 17% del budget complessivo.

2. Se, oltre all’abbassamento del canone a CHF 300 per le economie domestiche, venisse introdotto anche l’esonero totale per tutte le imprese, come previsto dall’attuale controprogetto, le entrate subirebbero un’ulteriore riduzione di 170 – 180 milioni di franchi.

3. Poiché la quota per le emittenti private resterebbe invariata rispetto a quella applicata prima dell’entrata in vigore del controprogetto, l’intero onere dei risparmi ricadrebbe sulla SRG SSR. In altre parole, l’emittente pubblica dovrebbe economizzare circa 450 milioni di franchi all’anno – ovvero circa un terzo del suo budget.

La SRG SSR “è la colonna portante del servizio pubblico mediale in Svizzera. Garantisce contenuti di alta qualità, indipendenti, multilingue e accessibili a tutte le regioni della Svizzera e i gruppi della popolazione, offrendo un contributo insostituibile alla coesione sociale e nazionale, nonché alla formazione democratica dell’opinione nel nostro Paese. Questo servizio è finanziato dal canone delle economie domestiche e delle imprese riscosso da SERAFE”.

“Con la sua «contromisura», il Consiglio federale ha già esonerato una parte significativa delle imprese in Svizzera dall’obbligo di pagamento del canone e ne ha fissato l’importo per le economie domestiche a CHF 300 (dal 2029). Un controprogetto indiretto che sottraesse ulteriori fondi al servizio pubblico mediale avrebbe conseguenze drammatiche sull’accesso ai servizi giornalistici di base e sul funzionamento delle istituzioni democratiche in Svizzera. Una simile mossa rischia di rafforzare ulteriormente le forze politiche antidemocratiche e anti-mediatiche che stanno guadagnando terreno in tutto il mondo occidentale. Dopo il rifiuto della commissione del Consiglio degli Stati, la commissione del Consiglio nazionale può abbandonare la proposta o sottoporla all’intero Consiglio nazionale. L’SSM rivolge un appello urgente ai membri della commissione del Consiglio nazionale nonché a tutti i consiglieri e le consigliere nazionali, affinché considerino, nella loro decisione, la funzione essenziale e la rilevanza di un servizio pubblico mediale esaustivo e capillare per la Svizzera. Il giornalismo indipendente della SRG SSR costituisce un pilastro della democrazia del nostro Paese, e i mezzi finanziari necessari non devono essere messi a rischio in maniera sconsiderata”.

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