CRONACA
Canone a 300 franchi? La mossa del Consiglio Federale "è incomprensibile e preoccupante"
Il Sindacato svizzero dei mass media: "Il Governo indebolirebbe il servizio pubblico dei media senza che ce ne sia bisogno"
TIPRESS

ZURIGO – Non hanno mancato di far discutere le indiscrezioni in merito alle intenzioni del Consiglio Federale, che vorrebbe respingere l’iniziativa “200 franchi bastano” abbassando il canone a 300 franchi e mettendo in atto diverse misure di risparmio (vedi articoli suggeriti). Misure e intenzioni che il Sindacato svizzero dei mass media giudica “incomprensibili” e “preoccupanti”.

“Secondo quanto riportato dalla NZZ am Sonntag e da Le Matin Dimanche, il Consiglio federale si esprimerà contro l’iniziativa SSR „200 franchi bastano!" dopo la riunione settimanale di mercoledì prossimo e annuncerà al contempo una notevole riduzione dei fondi per il servizio pubblico dei media come "contro-concetto": Riducendo ancora una volta il canone per le famiglie e le imprese, verranno sottratti circa 150-200 milioni di franchi al servizio pubblico dei media in Svizzera”, si legge nel comunicato.

L'SSM non ritiene che “tale "contro-concetto" possa impedire l'iniziativa. Al contrario, il Consiglio federale indebolirebbe il servizio pubblico dei media senza che ce ne sia bisogno. Non solo la SSR, ma anche i media elettronici privati, la produzione cinematografica e musicale e l'intero settore culturale sarebbero colpiti da questo taglio. Le conseguenze sarebbero simili a quelle dell'accettazione dell'iniziativa: un indebolimento dei media e del settore culturale svizzeri, una riduzione dei posti di lavoro, della qualità, della diversità e del servizio”.

"È illusorio credere che la SSR o i media elettronici privati possano fornire gli stessi servizi e offrire un programma equivalente dopo una riduzione dei fondi", afferma Silvia Dell'Aquila, segretaria centrale del sindacato dei media SSM. Oltre alle diverse regioni e alle minoranze linguistiche, a risentirne sarebbe tutta la popolazione svizzera nonché la coesione sociale del nostro Paese.

La riduzione del servizio pubblico dei media è un indebolimento del settore mediatico elvetico ed equivale a un attacco alla democrazia svizzera. Una democrazia sana ha bisogno della diversità dei media e di un quarto potere forte e indipendente.

Il sindacato dei media non ha alcuna simpatia per qualsiasi "contro-concetto" del governo nazionale, che significherebbe un ulteriore taglio dei fondi per il servizio pubblico dei media. In qualità di sindacato dei professionisti dei media in Svizzera, l’SSM esprime incomprensione per come l'esecutivo di questo Paese voglia limitare il giornalismo indipendente di qualità senza alcuna necessità. A nome e con i nostri membri, ci opporremo con tutte le nostre forze a questi tagli dei fondi.

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