ECONOMIA
"Cari politici, noi lavoratori edili vi chiediamo..."
3'000 persone a Bellinzona per la mobilitazione del settore, tra preoccupazioni per l'atteggiamento della SIC, per il mercato del lavoro degradato e per il dumping

BELLINZONA – L’edilizia è in stato di mobilitazione e a Bellinzona sono raccolte circa 3'000 persone, un successo per chi ha organizzato la giornata. Intanto è stata stilata una risoluzione, e i lavoratori edili hanno voluto anche scrivere una lettera al Gran Consiglio, che fra circa mezz’ora si riunirà in seduta sempre a Bellinzona.

La risoluzione “conferisce un chiaro mandato alle organizzazioni sindacali OCST e UNIA affinché sia tutelata fino in fondo la dignità dei lavoratori e siano messe in campo tutte le iniziative necessarie volte alla difesa e al rafforzamento dei disposti contrattuali,, continuando a denunciare puntualmente tutti gli ulteriori abusi sui cantieri”, dopo aver preso atto dell’atteggiamento considerato aggressivo della SIC, “dello sviluppo di forme repressive sui cantieri, in modo particolare oltre Gottardo ma non solo, dove ai lavoratori sono negati i più elementari diritti all’informazione e alla sindacalizzazione; della situazione drammatica che si evolve sui cantieri giorno dopo giorno, dove guerra dei prezzi e termini di consegna impossibili hanno generato un’esplosione dei ritmi di lavoro senza precedenti”.

Ecco il testo integrale della missiva inviata al Parlamento:

“I lavoratori edili del Canton Ticino, riunitisi oggi in assemblea generale a Bellinzona, si sono espressi in modo chiaro circa l’attualità delle trattative nazionali legate al Contratto Nazionale mantello dell’Edilizia.

Stigmatizzando l’aggressivo atteggiamento delle Società Svizzera Impresari costruttori, esprimono tutta la loro rabbia e la loro preoccupazione per proposte padronali che considerano inaccettabili e che trasformerebbero, con aumenti di flessibilità oraria e salariale un intero settore nel caos generalizzato, penalizzando oltre ai lavoratori anche le imprese edili radicate sul territorio cantonale.

Considerano necessario richiamare le forze politiche del Cantone a moltiplicare gli sforzi affinché il mercato del lavoro nella regione possa svilupparsi in modo sano e leale e chiedono:

• che tutti i disposti legali cantonali riguardanti il mercato del lavoro attualmente in vigore siano rivisti in modo radicale permettendo azioni incisive e rapide;

• che gli organi di controllo e di verifica cantonali siano rafforzati per permettere l’azione in tempo reale, affinché siano premiate le imprese rispettose del quadro legale e contrattuale, della concorrenza e soprattutto dei lavoratori;

• un maggiore senso di responsabilità da parte dei committenti pubblici che devono premiare, nelle aggiudicazioni, il migliore e non il minore prezzo e termini di consegna ragionevoli e rispettosi dei contratti di lavoro in vigore;

• che si sviluppi in modo chiaro la lotta al dumping, non solo salariale, attraverso chiari indirizzi politici e fatti concreti;

• che siano rafforzati gli organi giudiziari cantonali permettendo di agire con rapidità e cognizione di causa, segnatamente che sia costituita una sezione del lavoro preso il Ministero Pubblico;

• che si prenda atto delle situazioni che si sviluppano attorno a importanti settori professionali, dove spinte padronali sviluppano forme di flessibilità che, oltre a modificare il tessuto sociale del paese, rendendo pressoché impossibili eventuali forme di controllo e sdoganano forme di dumping;

Sottolineano per concludere che le lavoratrici e i lavoratori lavorano per vivere e non vivono per lavorare, aspetto questo non scontato e spesso banalizzato con argomentazioni riguardanti la modernità, la globalizzazione e la necessità di essere disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Ringraziando per l’attenzione dimostrata e certi della vostra comprensione salutiamo e auguriamo un buon proseguimento dei lavori".

 

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