ECONOMIA
Closed in Val Colla, le associazioni: "Era troppo caro. La signora smetta di diffamarci gratuitamente e faccia un mea culpa"
La proprietaria di Alimentari Santy aveva incolpato la comunità di non sostenerla, diversi enti alzano la voce. "Le antipatie e simpatie di carattere personale ci sono ovunque, noi abbiamo continuato a rifornirci lì senza giustamente tenerne conto"
ECONOMIA

"Noi, che da vent'anni ci forniamo presso i negozi locali"

08 FEBBRAIO 2019
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MAGLIO DI COLLA – L’iniziativa di una donna, che ha voluto ad ogni costo aprire un negozio di alimentari (e non solo) in Valcolla, perché convinta che mancasse. E la decisione, amara, di dover chiudere. 

Avevamo raccontato la storia di Alimentari Santy, che aveva accusato le organizzazioni della Valle di aver boicottato la sua iniziativa.

Il Comitato Carnevale di beneficenza el Coleta Val Colla si era difeso dicendo di rifornirsi da vent’anni nei negozi locali, ed oggi tramite La Regione reagiscono anche Amici della Val Colla, Circolo Ricreativo al Ritrovo e Sezione Pescatori Valli del Cassarate. Non vi è mai stato il mancato sostegno da parte di associazioni come le loro.

Faide o diattribe? “Sono fatti risultanti da simpatie e antipatie di carattere personale, le quali esistono da che mondo è mondo e a tutte le latitudini: le associazioni hanno continuato a rifornirsi presso l’emporio senza giustamente tenerne conto”, fanno notare in una nota.

L’Associazione Genitori ha organizzato lì delle merende, per esempio.

Critiche dunque rispedite al mittente. Anzi: “la signora ha tenuto un atteggiamento negativo e in talune occasioni offensivo nei confronti di parte della comunità”. Oltretutto, fanno notare, i prezzi di vendita erano “in taluni casi veramente eccessivi”, così come gli orari di apertura e la mancanza di un servizio a domicilio ostacolavano chi voleva servirsi presso Alimentari Santy, quando “il commercio al dettaglio deve soddisfare le esigenze del potenziale cliente, adeguandosi alla situazione geografica dei diversi villaggi dispersi sul territorio”.

Dunque, “la signora può unicamente recitare un mea culpa senza incolpare e diffamare gratuitamente le associazioni, la Valle e il Comune”.

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