ECONOMIA
Coronavirus, "economia ticinese già in difficoltà"
La CC-Ti sull'emergenza Covid-19: "Nessun settore è escluso. E lo Stato azzeri gli interessi passivi sul ritardato pagamento degli acconti fiscali"

LUGANO – L'emergenza legata al coronavirus sta mettendo in difficoltà l'economia ticinese. Lo afferma senza tanti giri di parole la Camera di Commercio del Cantone Ticino, secondo la quale "è già il momento di segnalare le prime importanti difficoltà nell'economia ticinese. Ciò non significa voler mettere l'economia davanti alla salute, come taluni superficiali osservatori tentano polemicamente di attribuire alle parti, ma semplicemente di sottolineare quelle che sono le situazioni economiche che necessitano di attenzione, perché in assenza di attività produttive diventa anche difficile poter finanziare le essenziali misure a protezione della salute di tutti".

"Il delicatissimo momento – continua la nota – colpisce un’economia che, pur essendo solida grazie a un tessuto economico diversificato, è toccata in maniera trasversale, nessun settore escluso. Il che è molto preoccupante e costituisce una realtà molto diversa dalle ultime grandi crisi conosciute, che di regola si concentravano su alcuni settori specifici. Con effetti a cascata anche su altri, ma nessuna situazione recente è paragonabile a quella che stiamo affrontando in termini di velocità, intensità e, appunto, trasversalità. Questo elemento è gravissimo, perché si tratta di una crisi che può colpire e indebolire tutto il sistema economico, senza eccezioni e in poco tempo. Oltretutto viene a inserirsi in un contesto in cui le aziende, come abbiamo ravvisato nella nostra inchiesta congiunturale presentata a gennaio, lavorano da tempo con margini ridotti a causa della forza del franco".

"La frenata degli investimenti era stata una prima conseguenza, ora questa situazione che colpisce con violenza e rapidità la liquidità delle aziende, con molte che si sono fermate da un giorno all’altro, ha già conseguenze economiche estremamente pesanti. Preoccupa in modo particolare la situazione di molte piccole imprese legate ad esempio all’eventistica che, come nel resto della Svizzera, si trovano nell’impossibilità di lavorare a causa dell’annullamento improvviso di quasi tutte le manifestazioni pubbliche e private. Ma tutti i settori vivono momenti difficili o anche drammatici. Il commercio al dettaglio, escludendo gli alimentari che beneficiano parzialmente del recupero di molte clienti che non si recano più in Italia per gli acquisti, conosce un crollo quasi totale per la parte non legata ai beni di prima necessità".

La Camera di Commercio ticinese ritiene che  le "difficoltà per il settore turistico in senso ampio (alberghi, ristoranti, turismo in genere) è sotto gli occhi di tutti, come del resto tutto l’ampio ed eterogeneo mondo dei servizi. Per l’industria, che in alcuni ambiti aveva già subito un rallentamento nei mesi scorsi e che è molto confrontata al franco forte, la situazione è analogamente delicata. Per talune realtà aziendali, già colpite dalla situazione di stallo in Cina per questioni produttive e di approvvigionamento, si prospettano blocchi di attività totali dai costi elevatissimi, solo difficilmente recuperabili. Edilizia e artigianato sono di fatto fermi. Facile comprendere che le conseguenze economiche sono già molto importanti e lo saranno ancora di più, tanto più lunga sarà la durata di questa situazione eccezionale".

Quanto a possibili rimedi, non vi sono ricette facili perché, "dal punto di vista della nostra associazione-mantello, occorrerebbe individuare soluzioni rapide, di facile attuazione e che valgano per tutti i settori (le rivendicazioni settoriali sono compito delle associazioni di categoria e da posticipare). A parte l’indiscutibile utilità del lavoro ridotto, servono soprattutto sostegni alla liquidità, che è il problema più urgente. Le aziende si sono già mosse ad esempio per negoziare con le banche eventuali dilazioni per i pagamenti di leasing e ipoteche".

"Alla stessa stregua – conclude la nota – si devono ipotizzare dilazioni anche da parte dello Stato. Per quanto riguarda la realtà cantonale, chiediamo che vengano azzerati gli interessi passivi sul ritardato pagamento degli acconti fiscali e ci attiveremo presso la Confederazione affinché questo avvenga anche sugli acconti dell’AVS e i versamenti dell’IVA in caso di dilazioni di pagamento. Non certo per non ottemperare agli obblighi legali, ma per ovviare a una situazione eccezionale che richiede misure eccezionali. Concessioni che però non stravolgano il sistema, né costituiscano per lo Stato perdite troppo consistenti e che, con una certa tolleranza, possano essere introdotte in maniera rapida e senza troppe formalità. Gli attuali sforzi di tutti serviranno a recuperare in fretta quello che abbiamo costruito in Ticino e che sarà una base importante per una pronta ripartenza in un futuro che speriamo molto prossimo".

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