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Economia
30.04.2021 - 10:510

Eppure salgono. I salari nominali aumentano, nel 2020, dello 0,8%

In generale, le decisioni relative agli adeguamenti salariali per il 2020 sono state prese nel settembre del 2019, quando l’inflazione per l’anno seguente era stimata al +0,4%. Poi è arrivato il Covid e i prezzi sono scesi dello 0,7%

BERNA - Nel 2020 l’indice svizzero dei salari nominali è aumentato in media dello 0,8% rispetto al 2019, attestandosi a 103,4 punti (base 2015 = 100). Considerato il tasso d’inflazione annuo medio pari al –0,7%, i salari reali hanno registrato una progressione dell’1,5% (102,6 punti, base 2015 = 100), secondo i calcoli dell’Ufficio federale di statistica (UST).

Nel 2020 i salari nominali sono cresciuti in media dello 0,8% rispetto al 2019 (+0,9% nel 2019, +0,5% nel 2018 e +0,4% nel 2017). La moderazione degli aumenti salariali osservata dal 2012, con dei tassi annui inferiori all’1,0% (in termini nominali), si è confermata nel 2020.

In generale, le decisioni relative agli adeguamenti salariali per il 2020 sono state prese nel settembre del 2019, quando l’inflazione per l’anno seguente era stimata al +0,4%. La crisi sanitaria dovuta alla COVID-19 e il rallentamento congiunturale che ne è conseguito hanno provocato un calo dello 0,7% del livello generale dei prezzi.

Per la seconda volta dal 2019, quindi, il potere d’acquisto dei salari, che risulta dall’adeguamento dei salari nominali all’inflazione, è cresciuto. L’aumento dei salari effettivi (nominali) negoziato a titolo collettivo per il 2020 nell’ambito dei principali contratti collettivi di lavoro (CCL), cui è assoggettato quasi mezzo milione di dipendenti, è stato dello 0,4%.

Aumento nominale dello 0,5% nel settore secondario

I salari nominali sono aumentati in media dello 0,5% nel settore industriale (+0,9% nel 2019, +0,3% nel 2018 e +0,4% nel 2017), attestandosi pertanto al di sotto del tasso globale del +0,8% dell’insieme dell’economia svizzera. I rami economici di tale settore hanno registrato una forte dispersione, compresa fra il –1,8 e il +2,2%.

Le maggiori progressioni in termini nominali sono state registrate nella fabbricazione di prodotti in metallo (+2,2%) e nelle costruzioni (+0,8%). Viceversa, i cali maggiori sono stati rilevati per l’attività estrattiva e la fornitura di energia (–1,8%) e per le industrie del legno e della carta e la stampa (–0,3%).

Aumento nominale dello 0,9% nel settore terziario

Come nel 2019, nel 2020 il settore terziario ha registrato un aumento dei salari nominali dello 0,9% (+0,9% nel 2019, +0,5% nel 2018 e +0,4% nel 2017). I rami economici in cui sono stati registrati gli aumenti più marcati sono i seguenti: attività informatiche e servizi d’informazione (+2,7%) e attività professionali, scientifiche e tecniche (+2,7%), seguiti da commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+2,1%).

Per quanto riguarda il ramo di sanità, alloggi sociosanitari e assistenza sociale, i salari nominali sono aumentati dell’1,7%. Sempre nel settore terziario per cinque rami è invece stato rilevato un calo dei salari nominali; tra questi il ramo delle attività assicurative (–2,1%) e quello del commercio all’ingrosso (–0,6%).

Aumento dei salari reali dell’1,5%

Come nel 2019, anche nel 2020 il potere d’acquisto dei salari è aumentato. Il calo generale del livello dei prezzi (–0,7%), in combinazione con l’aumento dei salari nominali dello 0,8%, ha portato a una crescita dei salari reali dell’1,5% (+1,2% per il settore secondario e +1,6% per quello terziario). L’evoluzione dei salari reali nel 2020 si è situata all’interno dell’intervallo che intercorre tra il –1,4 e il +3,4%, sottolineando la diversità delle dinamiche salariali che caratterizzano ciascun ramo economico.

Evoluzione del potere d’acquisto dei salari negli ultimi cinque anni

Per i lavoratori dipendenti nel loro complesso, dal 2016 al 2020 il ritmo annuo medio della progressione dei salari reali è stato dello 0,5%.

Durante questo periodo, nel settore secondario l’evoluzione annua media è stata del +0,4% in termini reali. I cosiddetti rami «di media-alta tecnologia», che sono anche i grandi rami esportatori del settore industriale, sono quelli che hanno influito maggiormente sull’aumento dei salari reali nell’arco di questi cinque anni. Si tratta dei rami della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e della fabbricazione di apparecchiature elettriche (+0,6%), della fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici (+0,5%) e della fabbricazione di macchinari, apparecchiature e mezzi di trasporto (+0,5%). Negli ultimi cinque anni gli altri rami del settore hanno mantenuto un andamento positivo, ad eccezione dell’attività estrattiva, che ha invece registrato una riduzione del potere d’acquisto dello 0,1%.

Dal 2016 al 2020 il settore terziario ha registrato un incremento annuo medio dei salari reali dello 0,6%. Le rivalutazioni più marcate dei salari reali nel settore dei servizi sono state osservate per i rami di attività informatiche e servizi d’informazione (+1,1%), attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,0%) ed attività di editoria, audiovisive e delle telecomunicazioni (+0,9%). Tutti i rami del settore dei servizi hanno registrato un aumento del loro potere d’acquisto (quello di minore entità è stato rilevato per il ramo «Trasporto e magazzinaggio»: +0.1%).

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