BERNA - Un’evoluzione congiunturale debole, ma non un crollo economico paragonabile a quello della primavera del 2020. Questa è la percezione che gli svizzeri hanno, nel mese di aprile, della situazione attuale. Ovvero, la loro fiducia come consumatori è in diminuzione, causa la guerra e l'aumento dei prezzi che ne consegue. In primis, la benzina e il gasolio, ma anche i beni di consumo.
Benzina, pane, pasta e... gasolio. "Se avete scorte, attendete a comprare"
Se a preoccupare molti è la benzina, che con i suoi rialzi ha messo decisamente in crisi il comparto ticinese, con distributori costretti a limitare gli orari o a chiudere (leggi qui), soprattutto dopo che l'Italia è intervenuta sulle accise, anche quel che si mette in tavola, da beni comuni come pane e pasta, esplode (leggi qui). Non a caso, parecchi distributori operano la cosiddetta sgrammatura (leggi qui).
Secondo un articolo del Corriere del Ticino, ora per un’abitazione media, che consuma 4 mila litri l’anno di gasolio, servirebbero oggi 6'030 franchi, contro i 2'815 di 15 mesi fa. Il doppio! Ma i prezzi del gasolio stesso stanno oscillando in modo pauroso, in un continuo su e giù. Cosa fare, dunque? Acquistare le scorte per l'inverno o attendere? "A chi ha sufficienti riserve suggerisco di attendere. Agli altri consiglio di provvedere acquistando soltanto il quantitativo utile per l’estate", è l'opinione di Martin Stucky, responsabile del centro d’informazione per l’olio combustibile di Avenergy, associazione che rappresenta gli interessi degli importatori di petrolio in Svizzera.
Il rincaro dei prezzi frena il potere di acquisto
Tornando ai dati della SECO sulla fiducia dei consumatori, le aspettative "sono più pessimistiche riguardo all’andamento economico futuro. Inoltre, i prezzi in aumento gravano sulla situazione finanziaria delle economie domestiche. La valutazione della situazione sul mercato del lavoro è invece nuovamente migliorata. Nel mese di aprile l’indice del clima di fiducia dei consumatori (−27 punti) si è attestato nettamente al di sotto della media pluriennale (−5 punti). L’ultimo calo ancora più forte era stato registrato nella primavera del 2020 con l’inizio della pandemia".
Non si teme un crollo come quello causato alla pandemia. Però dopo oltre un anno, torna il pessimismo. "Il sottoindice relativo all’andamento dei prezzi passato (103 punti) e quello sull’andamento dei prezzi futuro (122 punti) sono di nuovo in considerevole rialzo dal sondaggio di gennaio. Il rincaro frena il potere d’acquisto delle economie domestiche. Il sottoindice relativo all’andamento della situazione finanziaria nei prossimi 12 mesi (−25 punti) è sceso a un livello simile a quello della primavera 2020; ugualmente negativa è la valutazione della situazione finanziaria passata (−22 punti)", si legge ancora.
Si faranno meno acquisti importanti. Ma sul lavoro c'è ottimismo
Ripercussioni? Molta incertezza e una poca voglia di fare acquisti importanti: il corrispondente sottoindice ha continuato a scendere, raggiungendo i −31 punti.
Per contro, "sebbene, globalmente, le prospettive appaiano piuttosto negative, quelle relative al mercato del lavoro continuano ad essere molto positive: rispetto alla rilevazione condotta a gennaio la valutazione sulla sicurezza del posto di lavoro è di nuovo significativamente migliorata. Con −31 punti, il relativo sottoindice si colloca ben al di sopra della media a lungo termine. Nei prossimi 12 mesi è inoltre atteso un ulteriore miglioramento delle cifre relative alla disoccupazione".