ROMA - La guerra in Ucraina sta facendo esplodere i costi di alcune materie prime. Si fa un gran parlare della benzina, ma le ripercussioni si sentono anche nel settore del cibo. Si evince con chiarezza da uno studio di Coldiretti: secondo i dati Istat di aprile, i prezzi di cibi e bevande sono aumentati in media del 6,5% in Italia.
In particolare, su olio di semi di girasole, del 63,5% annuo, pane dell'8,4%, farina del 17,2%, burro del 15,7%) . Aumentano anche la pasta (+14,1%), la carne di pollo (+12,2%), la verdura fresca (+12%), i frutti di mare (+10,2%), i gelati (+9,5%), le (uova +9,3%). Insomma, cifre decisamente importanti che toccano beni che tutti utilizzano.
A determinare i rincari, gli aumenti che hanno colpito l'intera filiera agroalimentare: dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi e al +129% per il gasolio.
Diversi distributori stanno cercando modi non troppo evidenti di far pagare il rincaro ai consumatori. Tra i vari metodi c'è la cosiddetta sgrammatura, dove si vende agli stessi prezzi dei prodotti con quantità minori (leggi qui).