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16.04.2022 - 09:140

Materie prime che non ci sono o con prezzi alle stelle. Soluzioni? Poche...

Il presidente dell’Unione associazioni per l’edilizia Piergiorgio Rossi: "La Svizzera è poco ricca di materie prime. La mancanza di acciaio e di alluminio sul mercato globalizzato difficilmente può essere compensata"

BELLINZONA – Le materie prime che costano sempre più, con ripercussioni sul mondo dell’edilizia anche in Ticino. La situazione tracciata dal presidente dell’Unione associazioni per l’edilizia Piergiorgio Rossi a Popolo e Libertà è troppo tranne che idilliaco: per aziende, committenti e lavoratori.

“Poter far capo - in caso di mancanza di materiale - alla cassa di disoccupazione in modo tempestivo e con procedure snellite vista l’eccezionalità del momento e le difficoltà di pianificazione, sarebbe sicuramente la soluzione più efficace, come dimostrato in occasione della recente crisi legata al Covid-19”, spiega.

Ma che cosa costa di più? Vari materiali, da acciaio a alluminio, dal legno ai derivati dal petrolio sino all’energia, ai prodotti chimici e a quelli agricoli. Se prima, spiega, ci si aspettava “la quiete dopo la tempesta” una volta terminata la pandemia, la guerra ha cambiato tutto, coinvolgendo una zona ricca di materie prime come la Russia. E il rialzo dei costi è inspiegabile ed anche insostenibile.

Il tutto pone problemi di varia natura: rischio di carenza ma non solo. “Le nostre norme e leggi sono basate e calibrate su fluttuazioni nell’ordine del 5-10% dei prezzi all’anno, diventano quindi inefficaci quando le fluttuazioni sono così repentine e importanti come quelle registrate nell’ultimo anno. Alcuni materiali hanno visto il loro prezzo raddoppiare nel giro di pochi mesi e a questo, oggi, si aggiunge anche la difficoltà nel reperire alcune materie prime. Chiaramente, in questo contesto, temi quali le penali sui termini di consegna e la validità delle offerte garantita per 6 mesi non sono minimamente proponibili. Si dovranno quindi trovare altre soluzioni tipo il prezzo effettivamente pagato al momento dell’acquisto del materiale in rapporto a quello al momento dell’offerta. Evidentemente questa soluzione funzionerebbe anche nel caso di una diminuzione dei prezzi”.

Difficile trovare soluzioni, per Rossi. Infatti la Svizzera non possiede molte materie prime. “Nell’ambito delle costruzioni metalliche, la mancanza di acciaio e di alluminio sul mercato globalizzato difficilmente può essere compensata. Pur con una pianificazione dettagliata dei termini di fornitura è necessario essere coscienti del fatto che i costi sono nettamente differenti rispetto a quelli antecedenti il 2020 e questo non per colpa dell’artigiano, ma a causa del mercato internazionale che, in certi settori, non offre alternative”.

Vedrebbe di buon occhio un intervento statale per cercare di frenare questo aumento incontrollato dei prezzi soprattutto di alcune materie prime, magari riducendo le tasse indirette.

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