BELLINZONA - Cosa sta succedendo al settore della benzina in Svizzera e in Ticino? Da quando c'è la guerra in Ucraina e il gas russo è un tema al centro del dibattito, il carburante in genere è stato uno dei beni che ha visto aumentare in modo considerevole il prezzo.
Ma poi l'Italia ha deciso di ridurre le accise sui carburanti stessi, creando serie problematiche. Per contro, l'Ufficio Federale di Statistica riporta dati di incredibile crescita per quel che concerne il mese di marzo, in tutta la Svizzera.
In diversi, dalla politica all'economia, si sono preoccupati per i prezzi che salivano: leggi qui, leggi qui, leggi qui, leggi qui). La richiesta era, a Berna, di poter eventualmente rinunciare a delle tasse sul carburante per agevolare gli automobilisti, pur consci che la problematica nasce sin da prima del conflitto russo-ucraino.
In Svizzera a marzo un aumento del 45,1% delle cifre d'affari in termini nominali
L'UFT ha resi noti i numeri concernenti il commercio al dettaglio nel mese passato. "Nel mese di marzo 2022 le cifre d’affari del commercio al dettaglio corrette in base all’effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi sono diminuite in termini nominali del 5,9% rispetto a marzo 2021. Questa diminuzione è riconducibile in primis al valore elevato di marzo 2021, dovuto all’abolizione delle misure di protezione contro la COVID-19 prima della fine del mese e alla rapida ripresa delle cifre d’affari. Al netto delle variazioni stagionali, le cifre d’affari del commercio al dettaglio hanno presentato una crescita dello 0,9% in termini nominali rispetto a febbraio 2022", si legge.
E per quanto concerne i distributori di benzina: "Dopo la correzione in base all’effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi, nel mese di marzo 2022 il commercio al dettaglio, distributori di benzina esclusi, ha registrato una riduzione delle cifre d’affari pari al 7,5% in termini nominali rispetto a marzo 2021 (in termini reali –7,9%). I distributori di benzina presentano un incremento delle cifre d’affari del 45,1% in termini nominali (in termini reali: +17,0%)".
Ma il Ticino, ad aprile, è in crisi: vicino al confine anche meno 90%
Quindi, cifre da record. E in Ticino? La situazione non è per nulla rosea. Anzi. Molti distributori hanno dovuto ridurre gli orari, lavorare su un solo turno o chiudere momentaneamente. La scelta italiana di abbassare le accise sicuramente ha influito, dato che buona parte del mondo della benzina, soprattutto sul confine, si basa sul traffico transfrontaliero e sui cosiddetti pendolari del pieno.
Già negli anni di pandemia, le cifre sono calate a causa della scarsa mobilità. Ma il disastro è adesso, con cali vicino al confine anche del 90%, riporta il Corriere del Ticino. "Ora, dopo una timida ripresa, la storia si ripete con esiti anche peggiori. Il taglio delle accise sul carburante deciso dal Governo Draghi ha rispedito il settore ticinese alla casella di partenza", ha spiegato Matteo Centonze, dell'omonima azienda.
Per quanto riguarda le cifre, spiega come "si va da un meno 20% nel Luganese, a flessioni tra il 70% e il 90% in prossimità del confine".
Le associazioni scrivono a Berna. "Difficilmente si farà però qualcosa"
"Le associazioni di categoria hanno inviato ai ministri Ueli Maurer e Guy Parmelin un rapporto dettagliato sulla situazione. Essendo tuttavia una problematica prevalentemente regionale, che riguarda le zone di confine, difficilmente la Confederazione vorrà intervenire", ha aggiunto con amarezza.
Sono stati 14 su 27 gli Stati dell'UE che sono intervenuti per calmierare il prezzo della benzina, Italia in primis. E Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD e presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), chiede al Consiglio Federale, in primis, di poter partecipare al gruppo di lavoro che si sta costituendo, ma soprattutto di fare qualcosa, in tempi rapidi.