SANREMO – Non c’era Fiorello, ieri. Ci sono stati pochi ospiti. Bisognava correre, perché per cantare 24 big in gara, con relativi invitati, e ci si chiedeva cosa sarebbe stato tagliato al Festival. Alla fine è stata comunque una lunga maratona tv (e questa sera, dove tra l’altro sono previste semifinali e finale dei Giovani, oltre a tutti gli autori in gara), era inevitabile, ma a ritmo serrato.
Uniche ‘distrazioni’ sono stati i siparietti calcistici fra Amadeus e Cristiano Ronaldo (o meglio la sua compagna) e il lungo monologo di Roberto Benigni. Ecco, all’istrionico toscano è stata dedicata una lunga finestra, una mezz’ora abbondante, dove ha parlato di amore, anche carnale, recitando il Canto dei Cantici. Chapeaux per la memoria e la recitazione dell’attore di “La Vita è bella”, che a me comunque personalmente non fa impazzire. Anche un tempo più ridotto non avrebbe peccato, oso dire, e dieci minuti potevano essere regalati alle sette donne salite sul palco per presentare il loro concerto contro la violenza sulle donne. Sebbene, come ho avuto modo di ripetere, il tema pur importantissimo è stato tanto sfruttato dal Festival quest’anno, un medley o qualcosa cantato assieme da Emma, Giorgia, Alessandra Amoruso, Gianna Nannini, Laura Pausini, Fiorella Mannoia e Elisa sarebbe stato un ottimo spot per le donne. voci splendide, che avrebbero fatto un figurone. Peccato.
Se si è tanto discusso sull’invito sul palco di Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi, qualcosa si potrebbe obiettare anche su Georgina Rodriguez, alias signora CR7. La modella spagnola parla davvero poco l’italiano, e in uno dei pochissimi lanci concessale, ha storpiato il nome di Masini in Masani… non si pretende chissà che, ma quanto meno una co-conduttrice, perché dire valletta ormai è inflazionato, parli la nostra lingua e sappia i nomi dei cantanti e delle canzoni: in fondo, sono lì per quello. Applausi per contro per Alketa Vejsu, albanese dai lunghi capelli biondi, simpatia e parlantina.
Tornando a lady Ronaldo, la sua ospitata pareva finalizzata a mettere sotto i riflettori il portoghese, discretamente e orgogliosamente seduto in prima fila. Amadeus, notoriamente interista, ha prima finto di avere sotto la giacca la maglietta juventina, mostrando poi quella interista di Lukaku. Un siparietto che più che mai dice che Georgina è la “fidanzata di…”. Si è messa poi in luce ballando il tango nella seconda parte del Festival, consegnando poi con un sorriso innamorato i fiori di Sanremo al calciatore. Ronaldo-centrica, insomma.
Per il resto, la serata di cover da sempre fa discutere. Chi conosce le originali ed è affezionato agli autori originali, urla di indignazione ad ogni rivisitazione. Chi invece non aveva mai sentito i brani, soprattutto i più giovani, magari scopre qualcosa di nuovo, seppur in una versione diversa. Ma, ed è stato sottolineato più volte, non era in gara le canzoni bensì le rivisitazioni, per cui qualcosa di nuovo ci deve essere per forza, piaccia o no.
E, tanto per cominciare, se ha preso applausi Fausto Leali assieme a Michele Zarrillo, in molti hanno gridato allo scandalo quando Junior Cally, sommerso dai buu dell’Ariston, ha rivisitato in chiave rap inserendo pure qualche riferimento alle sardine e a sé stesso Vado al massimo di Vasco.
Il pregio di questa serata è di aver portato sul palco, per una festa della canzone italiana, altri big che non sono in gara: Arisa con Marco Masini (una boccata d’aria fresca la loro Vacanze Romane ma qui potrei essere di parte), Annalisa con Achille Lauro, Simone Cristicchi con Nigiotti (e Ti regalerò una rosa resta sempre e comunque un pugno nello stomaco), Francesca Michielin, assieme a Levante e Maria Antonietta, Ornella Vanoni con Alberto D’Urso, Nina Zilli con Diodato. Per la prima volta canta, lei sì mascherata, anche MYSS KETA (rigorosamente in maiuscolo) con Elettra Lamborghini, alternativa sempre e in ogni caso.
Stranamente, chi sceglie di cantare da solo imbrocca il brano. Molto rock e coinvolgente la evergreen Cuore Matto di Little Tony di Piero Pelù che giustamente è piaciuta, così come il poupourri dei Pinguini Tattici Nucleari. Sebbene l’idea di unire più canzoni nasca da Elio e le Storie Tese, sempre che tutto ciò che tocca il simpatico gruppo diventa oro, ne esce un pezzo allegro e che fa applausi, chiudendo con Rolls Royce di Achille Lauro, che tanta polemica fece lo scorso anno.
Vince la classifica della serata Tosca, con Silvia Perez Criuz e Piazza Grande di Dalla, voci signorili e discrete, l’impronta della cantante in questa edizione: ha decisamente buone possibilità di ottimo piazzamento finale.
A proposito di canzoni che hanno sempre il loro perché, davvero bravo Mika, che parla in italiano perfetto (vero, miss CR7?) e canta pure De Andre. Magistrale. Oggi si torna alla gara.
Dovrebbero tornare Fiorello e Ferro, ieri solo comparso ogni tanto: a che ora si finirà (domanda interessata, dato che l’ultimo a esibirsi sarà Masini… vabbé, Il confronto me la sentirò domani per la tipo cinquantesima volta).