SANT’ANGELO LODIGIANO - Si è conclusa con una tragedia la vicenda che nei giorni scorsi ha tenuto banco sui media, con protagonista Giovanna Pedretti, titolare di una pizzeria insieme al marito a Sant’Angelo Lodigiano. La donna aveva pubblicato un post shock di una recensione al suo locale dove un presunto cliente si sarebbe lamentato di essersi trovato fianco a fianco con una coppia omosessuale e un ragazzo disabile, pur sottolineando l’ottima qualità della pizza. La ristoratrice aveva replicato invitando il cliente a non ripresentarsi nel locale, sostenendo che educazione e rispetto erano i requisiti fondamentali per accedervi.
E così, in Italia e non solo, stampa e social hanno fatto circolare il nome della pizzeria “Le Vignole”, creando un certo volano pubblicitario del tutto gratuito. Ma poi, ieri mattina, la donna è stata ritrovata morta nel fiume Lambro. Una morte misteriosa, su cui indagano gli inquirenti, dal momento che il locale - peraltro conosciuto e apprezzato nella zona - non sembra avesse problemi economici di rilievo.
Lorenzo Biagiarelli, chef, influencer e compagno di Selvaggia Lucarelli, nei giorni immediatamente successivi al post della signora Pedretti, aveva sollevato i primi dubbi circa la veridicità della recensione. A quel punto la giornalista - che dopo il caso Ferragni-Balocco pare essere diventata una specie di Zorro dei consumatori - ci ha messo del suo, condividendo il post di Biagiarelli e scagliandosi contro la ristoratrice: “A proposito di marketing e buone azioni. L’eroina del giorno è stata questa Giovanna Pedretti, titolare di una pizzeria di Sant’Angelo Lodigiano…".
È evidente che se l’ipotesi del suicidio di Giovanna Pedretti venisse confermata, il fatto sarebbe direttamnte legato alla “shitstorm” che ha travolto la donna e il suo locale.
Oggi, sulla piattaforma X, la Lucarelli torna sulla vicenda, rievocando un episodio analogo risalente allo scorso anno, quello della bidella di Napoli che ogni giorno si sarebbe a suo dire recata al lavoro a Milano in treno per risparmiare sull’affitto di un appartamento nel capoluogo lombardo, poi rivelatosi una fake news. “Lo scorso anno, proprio in questo periodo, scoppiò il caso della bidella pendolare. Nacque tutto da un articolo che raccontava evidenti bugie sulla storia. Per giorni si susseguirono smentite, debunking, articoli, meme, sfottó, fotomontaggi. La bidella fu travolta da una vera shitstorm e divenne protagonista di editoriali e spazi in tv. E così tante altre storie di articoli scritti male, di persone che inventano storie per un minuto di gloria o altre ragioni e poi di persone (giornalisti e non) che ristabiliscono la verità. Nessuno si pone mai il problema a monte e cioè che scrivere cose non vere può essere pericoloso, poi accade una tragedia (in cui nessuno ovviamente pensa che contino anche il contesto, la vita, i pregressi) ed è colpa di chi ristabilisce la verità. In pratica, siamo arrivati al punto che dare una notizia non è più una responsabilità. Correggerla sì. Altro che black mirror”.
Il post della giornalista ha scatenato una pioggia di commenti negativi, alcuni feroci:
“Se non fosse stato il tuo Lorenzo a ‘condurre’ l'indagine, avresti commentato allo stesso modo garantista o ti saresti scagliata contro un implacabile ‘metodo iene’ proprio da te spesso contrastato?”.
“Ma la smetti di speculare su una morte? Ma ce l'hai un minimo di dignità? Ma al di là della responsabilità, su cui si può discutere, dopo un suicidio non si può fare un po' di silenzio? Avere un goccio di sensibilità? No, la priorità è pulirsi la coscienza con tweet supponenti, liquidando un suicidio con la sola parola ‘purtroppo’. Non è normale”.
“Il problema rimane la diffusione di notizie NON verificate da parte di molta stampa e tv e non di certo di chi mette in dubbio la veridicità di un fatto”.
“Ma stia zitta. Davvero Questa volta si dovrebbe sentire in colpa”.
“Io non ci vedo manco la notizia. Una povera crista si inventa una recensione per far andar meglio il locale, sarà stata elogiata due o tre giorni, finiva lì..scoprire che il commento fosse fake non è proprio il Watergate. Poteva finire lì”.
“Stai parlando di una pizzeria da 14 POSTI, ma la vuoi smettere? Questa storia della Ferragni vi ha dato alla testa”
“Pensavo che avessi un po’ di umanità e invece, a poche ore dalla morte della signora, continui a postare in difesa della tua immagine e di quella del tuo compagno. Non metterti mai in discussione. E non provare pietà verso una famiglia che piange la morte di una moglie/mamma… Vergogna”.