Politica
02.02.2017 - 23:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Ducry ne ha per tutti, dal PPD a Stojanovic. «Giocate coi diritti popolari. Decisivo sarà il voto su RASA»
Il presidente del Numes Ticino attacca: «il PPD sembra essere un'associazione populistica. Il referendum di Stojanovic è assurdo, queste alleanze strumentali avvilenti»
BELLINZONA - Scelte come quella annunciata oggi dal PPD, che intende sostenere la raccolta firme per far andare il popolo alle urne sul 9 febbraio, e soprattutto lanciare un referendum dei Cantoni, le quali creano alleanze sui generis come quella tra il partito popolare democratico e il socialista Stoajnovic, sono pericolose per la democrazia.
Lo afferma Jacques Ducry, in rappresentanza del Nuovo Movimento svizzero europeo (Numes), in un duro comunicato stampa, che non risparmia neppure Stojanovic. Ducry si dice stupito dalla posizione pipidina, e definisce assurdo il referendum lanciato dall'ex esponente socialista. «Il referendum di Stojanovic sostiene che questo voto popolare sia “l’unica via per uscire dal vicolo cieco del 9 febbraio 2014”, ma forse dimentica che un suo eventuale accoglimento da parte del popolo svizzero significherebbe il ritorno alla casella di partenza violando così, fra l’altro, il termine di tre anni previsto dall’articolo 121a della Costituzione federale e violando la volontà popolare», scrive. «Il Parlamento federale, fino a prova contraria, rappresenta tutti i cittadini svizzeri, in particolare il Consiglio nazionale eletto in modo proporzionale».
Nel discorso viene poi inserito un tema che nessuno oggi ha toccato, ovvero il previsto voto (per popolo e cantoni) sull'iniziativa denominata RASA (sigla tedesca che sta per "Raus aus der Sackgasse", ovvero "Fuori dal vicolo cieco", volta a abolire l'articolo costituzionale 121a), alla quale il Consiglio federale intende opporre un controprogetto. «Quella decisione sarà determinante per il destino dei rapporti tra Unione europea e Svizzera, non una votazione causata da un referendum sostenuto ad esempio dall’ultradestra svizzera (Democratici svizzeri) e da singole associazioni populistiche come purtroppo sembra essere il caso del PPD ticinese», afferma Ducry. «Si vuole giocare con i diritti popolari, con la democrazia, consapevoli che ci sarà un voto su RASA e su un controprogetto: questa è crassa malafede intellettuale. Invitiamo quindi tutte le forze politiche cantonali e ovviamente i singoli cittadini ad approfondire nei dovuti modi la questione, anche se il Ticino ha approvato a larga maggioranza “il 9 febbraio 2014”, senza condizionamenti ridicoli e unicamente emotivi, per farsi la giusta opinione su una tematica che ha già sin troppo condizionato elezioni locali e nazionali aprendo la strada a singole ambizioni personali (dalla sinistra alla destra, nessuno escluso)».
«Stupefacente è pure il fatto che i referendisti accettino le firme di “n’importe qui”. Queste alleanze strumentali sono avvilenti, sono il vero pericolo per l’esercizio di una già faticosa democrazia, indipendentemente dalle opinioni sul tema Svizzera-Europa», termina.